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MotoGP, Sepang, Iannone: la GP15 è...unica

"Impossibile fare paragoni con la 14.3". Dovizioso: "Oggi non ero padrone della moto, c'è tanto margine"

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Al termine dei test di Sepang, il volto di Andrea Iannone sembra quello di un navigato giocatore di poker. Non tradisce emozioni, il pilota di Vasto, quarto nella classifica combinata (+0.607) e primo in quella dei piloti Ducati. Ad eccezione del solito Marc Marquez, Iannone è sembrato in grado di giocarsela ad armi pari con chiunque. Nella simulazione di gara, effettuata nelle ore più calde, è andato anche meglio di uno specialista del passo come Jorge Lorenzo. Qual è il vero valore della GP15? Probabilmente è ancora troppo presto per dirlo.

“Sicuramente sono stati tre giorni positivi per noi, siamo arrivati con una moto completamente nuova, ed in soli tre giorni è cresciuta e migliorata – ha detto Iannone – Oggi ci siamo concentrati su diversi assetti, cercando di migliorare le sensazioni ma soprattutto il grip e l’inserimento in curva. Un miglioramento c’è stato, sono contento”.

Cosa ti aspetti dal Qatar?

“Non saprei, spero che la moto sia competitiva da subito e mi dia buone sensazioni. Se sarà così, potrò spingere forte da subito e giocare con gli assetti per farla crescere ancora”.

Comunque non ti sei di certo risparmiato qui.

“Ho girato molto, facendo il long-run alla fine. Il bilancio dei tre giorni è positivo, abbiamo abbastanza dati per valutare la GP15 ed abbiamo fatto dei progressi. La moto si comporta meglio sotto alcuni aspetti, ma rispetto alla GP14.3 è troppo diversa per fare paragoni. Continuando a girare mi abituo maggiormente, quindi possiamo solo migliorare”.

Quale moto vuoi con te per l’inizio del campionato?

“Userei la GP15 nonostante non abbiamo riscontrato grossi miglioramenti sul passo rispetto allo scorso test. Sono andato qualche decimo meglio. Le sensazioni cambiano, questo sì. Non potevo chiedere mezzo secondo da subito, ma abbiamo il potenziale per raggiungere i nostri obiettivi. Dobbiamo restare concentrati e continuare a lavorare così”.

Quanto margine pensi che vi resti?

“È difficile quantificare il potenziale di crescita ora. Credo che abbiamo molto margine perché abbiamo questa moto da soli tre giorni e non la conosciamo ancora bene. Gli ingegneri a casa elaboreranno i dati per consigliarci soluzioni nuove in vista del Qatar. Bisogna tenere i piedi per terra. Abbiamo delle buone basi e possiamo essere contenti ed ottimisti, ma gasati no”.

Alla fine, tra morbida e dura, i tuoi tempi non sono molto diversi… (1’59.722 con la soft, 1’59.921 con l’altra mescola, nda).

“Vorrei che la morbida ci aiutasse solamente in qualifica, dove potrebbe darci un vantaggio, perché comunque in gara sarà difficile usarla. Con questa moto, che conosco meno, faccio un po’ più fatica a spingere con la gomma nuova come con la moto precedente. Sul passo invece siamo andati meglio, ma bisogna sempre fare un confronto con gli avversari”.

Non è stato altrettanto competitivo Andrea Dovizioso (10º a +1.353). In compenso, il forlivese è apparso più entusiasta del compagno di squadra.

“Sono molto contento della base di questa moto – ha detto – Abbiamo risolto il vero limite della GP14.3, che non girava, e sono sollevato. Senza questo sarebbe stata dura fare un’altra stagione così”.

Quale pensi che sia il vero potenziale di questa moto?

“Fin qui abbiamo lavorato per ritrovare il feeling con l’anteriore, che già al primo giorno sentivo diminuito, ma dobbiamo essere realisti. È una moto completamente nuova, dobbiamo scoprirla, non lo abbiamo ancora fatto”.

Cosa rappresenta un punto interrogativo in particolare?

“La distribuzione dei pesi non ci è ancora chiara, dobbiamo lavorare. Siamo arrivati anche a dei limiti di regolazioni, credo che faranno in modo di farceli superare in Qatar, perché in questo momento dobbiamo innanzitutto capire. Basta migliorare un po’ le sensazioni dove non ti senti al 100% che subito ti ritrovi lì con i primi”.

Vi manca molto?

“In questo momento non siamo con Honda e Yamaha, non andiamo nei test in Qatar con la stessa velocità, ma credo che ci sia molto margine. Se guardiamo a quanto abbiamo migliorato la moto dello scorso anno, con questa che è nuova abbiamo un margine più grande. Sono sereno ed ho molta fiducia nel gruppo di lavoro, mi affido a loro per scoprire che cosa provare per capire di più”.

Quanto tempo ci vorrà?

“Dobbiamo prenderci la stagione per conoscerla al meglio. Abbiamo raccolto molti dati che vanno studiati a casa. Al computer si possono capire molti più dettagli per andare in Qatar e provare a fare altri passi avanti. Prima dobbiamo studiare a casa. Ci resta da migliorare molto il feeling sull’anteriore nell’ultima parte della staccata”.

Ma il bilancio, com’è?

“Positivo, perché comunque abbiamo girato forte. Io non sono riuscito ad esprimermi perché non ero padrone della moto. Era inutile forzare e rischiare di cadere per qualche decimo. Non è nel mio stile e non serve, l’importante era fare molte prove”.

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