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MotoGP, Honda, Marquez: siamo vicini al limite

"Difficile migliorarsi, ma anche un decimo fa la differenza". Pedrosa: "Migliorate le geometrie"

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Anche quando non sembra pienamente a suo agio, Marc Marquez riesce spesso e volentieri a mettere la propria Honda davanti a tutti. È successo anche oggi nei test della MotoGP a Sepang. L’ennesimo indizio preoccupante (per gli altri) lasciato cadere tra i cordoli con apparente nonchalance da parte del campione in carica.

“Rispetto a ieri sono stato più veloce perché abbiamo risolto il problema ai freni, che mi aveva fatto perdere tutto il giorno – ha commentato Marc, con il solito sorriso beffardo – È stato un po’ strano. Oggi era tutto a posto, ma ieri qualcosa non quadrava. Ma non posso dilungarmi oltre in spiegazioni, perché se mai dovessero averli anche i nostri avversari vogliono che li risolvano da soli (ride)”.

Nonostante le moto nel suo box non siano più cinque come nei primi test, le novità tecniche non mancano. Meglio dunque procedere con ordine.

“Oggi ci siamo concentrati sull’erogazione e l’elettronica, facendo un passo avanti e raggiungendo una messa a punto soddisfacente. Domani sarà la volta del telaio, e cercheremo di fare una scelta definitiva in vista del Qatar”.

Per chi avesse perso il conto delle moto, il pilota di Cervera ha ricapitolato: “Ho due moto, una è quella che ho scelto negli scorsi test e un’altra che è praticamente uguale ma con qualche nuovo particolare di ciclistica al posteriore. Al momento mi sento molto bene con la prima, ma domani proverò comunque gli ultimi aggiornamenti. Cerchiamo sempre di migliorare; oggi ho trovato un decimo, forse poco più, ma in gara anche quello può fare la differenza. È difficile perché stiamo già guidando al limite”.

A proposito di limite, Marquez ha ribadito la propria umanità con una scivolata alla curva 4. Difficile però non perdonarlo, visti i responsi cronometrici.

“La caduta è stata un po’ stupida – il mea culpa del pilota Honda – Sono finito fuori traiettoria, nella parte sporca della pista. Non volevo abortire il giro e non ci ho fatto troppo caso, ma la moto è scivolata. Ho perso l’anteriore. Non si è fatta nulla comunque, sono subito rimontato in sella, un po’ come era successo a Misano”.

Lavoro quasi diametralmente opposto dall’altro lato dei box HRC con Dani Pedrosa, alle prese con la ciclistica.

“Oggi ci siamo concentrati sulle sospensioni – ha dichiarato Dani – Abbiamo provato molte modifiche sia sull’anteriore che sul posteriore per trovare la giusta messa a punto, e verso la fine della sessione ho trovato una piccola miglioria con le geometrie che ha reso la moto più stabile. Non abbiamo praticamente toccato l’elettronica e le mappe perché volevamo capire con chiarezza come rispondevano le sospensioni”.

Il lavoro sull’elettronica, in ogni caso, è soltanto rimandato.

“Domani lavoreremo sulle mappe per continuare a migliorare l’ingresso in curva. Non penso che faremo un long-run. Oggi la pista era così così, a certi orari era veloce e ad altri no”.

Il test è anche un’occasione per l’intera squadra di Pedrosa, ora capitanata da Ramón Aurín, di migliorare i propri automatismi.

“Il modo di lavorare è simile, ma con un capo-meccanico diverso la squadra cambia strategia e mentalità. Sono contento di come stanno andando questi test, la squadra si sta abituando al lavoro ed è sempre più veloce nell’intervenire sulla moto”.

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