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MotoGP, Miller: io pazzo? nella media per i piloti

Jack scherza, "con la MotoGP è più bello impennare", ma ha le idee chiare, "obiettivo: sempre a punti"

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Jack Miller è destinato a portate una ventata di aria fresca in MotoGP. Il ragazzino australiano è diverso dai piloti della nuova generazione, attenti a ogni parola e sempre attenti a rimanere nei confini del ‘politically correct’. A Londra, durante la presentazione del team CWM LCR, è quasi fuori luogo con il vestito da festa, sormontato dalla capigliatura ribelle. “Quei capelli prima o poi glieli taglio, magari già stasera”, scherza Crutchlow.

Miller ha fatto qualcosa che in pochi avrebbero osato, passare dalla Moto3 alla MotoGP. “Dicono che sono pazzo? Non direi, sono nella normalità per essere un pilota”, dice ridendo. Molti colleghi hanno detto che la mossa è stata quantomeno azzardata, “non la penso così – sottolinea – Ho avuto una grande opportunità, può capitare solo una volta nella vita che la Honda ti voglia, e me la sono presa”.

Anche il titolo sfumato nella classe cadetta non gli pesa troppo, “il passato non si cancella, prima dello scorso anno non ero mai salito sul podio e mi sono giocato il Mondiale fino all’ultima gara. Ho fatto degli errori, ma è stata una stagione fantastica.

Jack non è un pazzo, lo dimostrano i suoi primi test nella classe regina. Ha affrontato la sfida con umiltà e maturità, però il gusto della battuta non gli manca: “la Honda è un animale. Avete visto in Moto3 quanto mi piaccia impennare, con questa moto è meglio – ride – La prima volta che ci sono salito è stato fantastico, è senza dubbio la migliore moto che abbia mai guidato. Peso e potenza sono molto superiori a quelli della Moto3. lo sapete, ma per ora la fase più difficile da interpretare è la frenata. Lì c’è tanto da lavorare, come anche nel capire quali traiettorie adottare".

L’australiano sta facendo bene i compiti sia a casa che in pista, “giro dopo giro la va sempre meglio”, e anche se non vuole fare proclami nella sua testa l’obiettivo per la stagione è chiaro. “Voglio essere costante ed essere sempre in zona punti, senza cadere troppo. Poi si vedrà”.

Miller raccoglie anche un’eredità importante, quella degli australiani nel motomondiale. “Gente come Doohan, Gardner, Beattie, Stoner, Casey è un talento incredibile – dice – Ora ci sono io, e il figlio di Gardner, e un po’ di responsabilità la sento ma è meglio non pensarci e concentrarsi sul lavoro”. Rimanendo nella terra dei canguri, a tenere alta la bandiera aussie in SBK domenica ci sarà Bayliss. “Troy è un grande amico, sono felice per lui, penso sarà molto veloce”, commenta.

Jack ha una lunga strada da percorrere, ma sembra che fiato e gambe non gli manchino.

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