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SBK, Phillip Island, il fantasma della curva 11

Dopo De Puniet, anche Giugliano a terra con colpo alla schiena e TAC di accertamento

Phillip Island non è soltanto una delle piste più scenografiche ed amate in calendario, ma anche un tracciato spietato. Con una velocità media sul giro che si avvicina ai 180 km/h ed una moltitudine di curvoni veloci, ogni caduta rischia di mettere a serio repentaglio l’incolumità dei piloti.

Lo scorso anno, i test costrinsero diversi team a cercare sostituti, ed anche oggi la pista a sud di Melbourne ha ribadito la propria fama con paio di cadute pesanti, peraltro nella stessa curva. Randy De Puniet al mattino e Davide Giugliano nel pomeriggio sono infatti finiti a terra nella curva 11, la penultima (da raccordare con il curvone che immette sul rettilineo d'arrivo), che già godeva di una cattiva reputazione. Le cause sono molteplici.

“Ci sono alcune buche, ed è l’unica curva senza camber, piatta – ha spiegato Luca Scassa, ora nei box Ducati in veste di emissario di Aruba ma pronto a rimettere la tuta appena venga effettuata la rimozione dei chiodi che ha nel femore – Nel pomeriggio, poi, le temperature si sono alzate di circa 15 gradi sull’asfalto e la pista è diventata più scivolosa”.

Tra le vittime di questa curva in passato, ricordiamo anche Leon Camier (moto oltre le barriere di protezione) nel 2013 e Sylvain Barrier (bacino fratturato) nel 2014. Anche Giugliano ha accusato dolori nella zona lombare ed è stato trasportato a Dandenong per una TAC di accertamento, ma il fatto che abbia camminato autonomamente fino all’ambulanza lascia ben sperare.

*UPDATE: lo staff medico ha preferito portare Giugliano fino a Melbourne per analisi più approfondite. La squadra resta comunque fiduciosa sul recupero fisico del pilota.


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