Tu sei qui

SBK, Superbike: alla ricerca dei cavalli perduti

Confronto tra le top speed a Jerez in configurazione 2015: Ducati e Kawasaki al top, Aprilia vicina

Share


Manca poco più di una settimana all’inizio del campionato Superbike a Phillip Island – dove comunque tutti team proveranno lunedì e martedì per sistemare gli ultimi dettagli – e la stagione 2015 si preannuncia quantomai aperta. Da un lato, alcuni dei protagonisti come Melandri, Laverty e Baz hanno preferito (fin qui con poca fortuna) passare alla MotoGP. Dall’altro, il "downsizing" regolamentare per quanto riguarda motori (con bielle e pistoni di serie) ed elettronica (con un price-cap di 8.000 euro) promettono di rimorchiare i valori in campo.

Naturalmente è ancora presto per tirare i primi bilanci, ma i test di fine gennaio a Jerez permettono di fare qualche interessante comparazione. Partiamo con una postilla: il grip storicamente basso della pista andalusa aumenta con l'abbassarsi della temperatura, tanto che ben tre piloti (Giugliano, Sykes e Rea) hanno abbattuto il muro di 1’40 ed altri due (Davies e Haslam) hanno mancato l’impresa per pochi centesimi. Comunque, uno sguardo alle velocità di punta sul tracciato spagnolo ed un raffronto con quelle registrate la scorsa stagione confermano alcuni indizi raccolti nel corso della off-season.

Innanzitutto, Kawasaki e Ducati sono le moto da battere. La ZX-10R è da tempo al vertice con Tom Sykes, che negli ultimi tre anni ha chiuso rispettivamente in seconda, prima, e seconda posizione in classifica. La squadra, rinforzata con l’arrivo di Jonathan Rea al posto del “ribelle” Loris Baz, aveva dichiarato di aver perso 10/15 cavalli, ma sembra averne già recuperati alcuni, tanto che le velocità di punta sono invariate rispetto allo scorso anno.

La Panigale, invece, è ancora alla ricerca della prima vittoria in classe regina nonostante due anni di progressi costanti. La 1199 R, però, è chiaramente una moto “premium”, che esce dal concessionario praticamente già pronta all’utilizzo in pista. A questo proposito, Luigi “Gigi” Dall’Igna ha definito la moto “un gioiello” alla presentazione ufficiale del team, aggiungendo: “in questo senso sì, siamo avvantaggiati”. A riprova di questo, la Panigale in configurazione 2015 ha guadagnato un chilometro all’ora in velocità di punta ed è stata la più veloce ex-aequo con Kawasaki. Se poi consideriamo l’utilizzo di motori vecchi per la maggior parte delle prove e qualche colpo di singhiozzo con l'elettronica nuova, è lecito ipotizzare che a Borgo Panigale abbiano tenuto qualche asso nella manica.

Chi invece ha pagato dazio con il nuovo regolamento sono soprattutto Aprilia e Honda. A Noale hanno lavorato duramente per preservare la potenza caratteristica del quattro cilindri a V della RSV4, e a quanto pare la missione è stata portata a termine. A minacciare la competitività della moto italiana si aggiunge però l’obbligo di utilizzare un solo set di rapporti per l’intera stagione, che di fatto vanifica la scelta di equipaggiare il prodotto di serie con cambio estraibile. Numeri alla mano, la RSV4 RF era sette chilometri all’ora più lenta della sua progenitrice, ma anche in questo caso va sottolineato come Leon Haslam e Jordi Torres abbiano girato a lungo con gomme usurate, portandole anche oltre la distanza di gara.

Leggermente più preoccupante la situazione di Honda e BMW, anche se entrambe avevano macinato pochissimi chilometri in precedenza in configurazione 2015, mentre EBR ha evidenziato velocità sostanzialmente uguali a quelle dello scorso anno ma girato tre secondi più veloce. Merito in gran parte di Niccolò Canepa, che si è anche rimboccato le maniche per sviluppare un’elettronica definita primitiva dalla nuova squadra.

Tra meno di una settimana, ancora due giorni di prove. Poi, finalmente, si farà sul serio.

__

Articoli che potrebbero interessarti