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MotoGP, LA FOTO Quo vadis Aprilia?

Bocciati i prototipi GP-RS, in prima linea sul ponte di comando Romano Albesiano era solo


Una foto che vale mille parole. Terzo giorno di test a Sepang, mattino. Mentre Honda, Yamaha e Ducati sono in pista nelle prime ore per sfruttare il (relativo) fresco e cercare il tempo di riferimento nel box Aprilia le due GP-RS 2015, i prototipi portati in Malesia per un confronto con le ART-RSV-4, giacciono inutilizzate e già coperte in fondo ai box.

Davanti l'intero staff della casa di Noale, capeggiato dall'ingegner Albesiano cerca di capire, esaminando i dati della telemetria, cosa non ha funzionato.

Marco Melandri, infatti, ha bocciato completamente il prototipo, mentre Alvaro Bautista si è maggiormente impegnato cogliendo anche tempi discreti, sempre però nella seconda metà dello schieramento.

"Sapevamo che sarebbe stata dura - aveva già commentato il primo giorno Romano Albesiano - siamo partiti con un anno di anticipo".

La domanda che ci si pone oggi non è tanto quella, inutile, del perché. Mille possono essere stati i motivi che hanno spinto la gloriosa casa veneta a rigettarsi nella mischia. Piuttosto c'è da chiedersi di quanto tempo avrà bisogno uno dei reparti corse più agguerriti ed innovativi del motomondiale a uscire dalle sabbie mobili. Tenendo anche conto del contemporaneo impegno in Superbike.

Certo è che in questo momento le critiche sono inutili: sia interne che esterne. Bisogna abbassare la testa e lavorare.

Piuttosto ha stupito la totale assenza a Sepang dell'altra metà della squadra, quella addetta alla gestione.

Era il debutto assoluto per l'Aprilia Racing Team Gresini.

I motivi sono sicuramente tutti validi. Ciononostante ci sarebbe piaciuto vedere una maggiore capacità di reazione. Se le prime file, per un motivo o per l'altro, sono indisponibili, all'interno della squadra ci devono essere (e ci sono) elementi di qualità assoluta da schierare. Non tanto e solo perché ci sia bisogno di qualcuno che ci metta la faccia, ma è perché così che si lavora.

Le corse non sono il prodotto. Qui parla il cronometro. Non esiste il marketing né la comunicazione istituzionale. Qui a parlare devono essere gli uomini. E devono essere sul campo.

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