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SBK, Baiocco: la Panigale? Correrà al vertice

Il "custode" dei segreti della 1199: "Guidata nel BSB e CIV, poi da tester. Ma volevo tornare al mondiale"


Il contingente italiano, all’alba del mondiale Superbike 2015, appare rimaneggiato. Alcuni hanno cambiato totalmente fronte, altri invece sono tornati nella massima categoria delle derivate di serie dopo aver combattuto in altri campionati. Tra questi c’è Matteo Baiocco, che affiancherà Nico Terol con i colori del team Althea. Non un cadetto (classe 1984), il pilota di Osimo ha militato negli ultimi anni nel CIV (con una parentesi in BSB nel 2013), vincendo due campionati superbike (2011 e 2012) e chiudendo al secondo posto nella passata stagione. Cosa più importante, Baiocco ha percorso tantissimi chilometri in sella alla Panigale “lab” in qualità di collaudatore SBK per Borgo Panigale. La 1199, in altre parole, la conosce come le proprie tasche…

“La moto è cresciuta molto negli ultimi due anni, e adesso che anche il regolamento va un po’ a limitare gli altri, piuttosto che favorire noi, credo che si troverà un buon compromesso che sia positivo per tutti – ha detto – Penso che i tifosi Ducati ritroveranno una moto là davanti, e soprattutto che non ci saranno vittorie solo per un paio di marche. Tutti potranno giocarsela”.

Come ha influenzato la tua crescita agonistica l’aver fatto il tester?

“Negli ultimi anni la Ducati ha puntato molto su collaudatori che siano anche veloci. Cercano di portare i piloti a fare i tester. Per me è stato bello, ma è anche un sacrificio. Non puoi fare un test al 100% come quando fai un turno da 30 minuti. Serve costanza e, con tutti i cambiamenti di setup e componenti, se abbassi il tempo sul giro,  pensi che non sia stato tu ad arrivarci. Comunque si tiene sempre un margine per quando è il momento di spingere”.

E infatti, al Mugello, sei stato il primo a scendere sotto il muro di 1’50 (1’49.7) con una Superbike. Raccontaci com’è andata quel giorno.

“La moto era cresciuta abbastanza ed ho simulato una qualifica partendo con un pneumatico da gara per poi montare quello da Superpole. Nel test non è facile perché non hai riferimenti, ma ha fatto un bell’effetto scendere sotto 1’50”.

La tua esperienza sulla Panigale, comunque, include anche tante gare.

“Non ho mai smesso di correre perché era fondamentale tenersi pronti. Volevo arrivare dove sono poi adesso, cioè avere una chance a tempo pieno nel mondiale. Il mio primo anno con la Panigale fu il 2013 nel BSB. Poi l’ho guidata nel CIV e da collaudatore. Sono tre moto uguali, ma completamente diverse una dall’altra”.

In che senso?

Nel BSB l’elaborazione del motore è simile a quella del mondiale SBK, ma c’è pochissima elettronica. Nel CIV superbike corri con le slick, ma hai una moto completamente stock.  Solo nei test guidi una SBK vera. Il grosso cambiamento lo vedevo sempre con il test team, e poi cercavo di modificare nei limiti del regolamento la moto con cui facevo il campionato nazionale. Ad esempio lavorando sulla distribuzione dei pesi, setup, etc…”

Come è nato il sodalizio con Althea?

“Conoscevo il gruppo ma non ci avevo mai lavorato insieme. Magari le buone prestazioni fatte in Italia e ed il lavoro svolto come collaudatore hanno aiutato. L’esperienza fatta con la squadra ufficiale sarà un tassello in più per il team. Althea è la prima squadra Ducati al di fuori della factory, prima di tutto per i risultati ottenuti. Io ho bussato alla loro porta ed i contatti si sono concretizzati”.

Che impressioni ti ha fatto il nuovo gruppo dopo i primi test?

“Diciamo che molti di loro li conoscevo già, pur non avendoci lavorato insieme. Giovanni Crupi, il mio capo-tecnico, ha lavorato con me quando correvo con Barni. I ragazzi li sto conoscendo piano piano, e a Portimão per la prima volta lavorerò a ranghi completi”.

Che pensi della competitività della moto?

“Tra fine 2012 ed inizio 2013, la Panigale ha fatto un grande salto in avanti. Nel 2014 è sempre stata guidata al limite da Davide e Chaz. Forse non era ancora perfetta, ma si è avvicinata molto alle prime”.

Lo scorso anno si lavorò molto sull’elettronica, parente molto stretta di quella MotoGP. Cosa succederà con il nuovo regolamento ed il price-cap da 8mila euro?

“Qui credo stia alla Casa decidere quanto ‘rimetterci’ nel rendere disponibile a tutti ad un determinato prezzo qualcosa che costerebbe di più. È una scelta aziendale. Non so cosa faranno le altre case, ma sicuramente non avranno un’elettronica stock”.

Chi saranno le maggiori rivali di Ducati quest’anno?

“Secondo me non sarà scontato vedere solo un paio di piloti vincere e lottare per il titolo. L’Aprilia non è più così superiore di motore ma comunque rimane competitiva, ed anche Honda e Suzuki possono giocarsela. Sarà una bella stagione, molto equilibrata”.

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