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SBK, Giugliano: con Ducati lotteremo ad armi pari

Il romano: "Ridotto il gap di potenza. Ho Ducati nel cuore e penso solo al risultato"

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Al secondo anno da pilota ufficiale, con Ducati, Davide Giugliano è chiamato al difficile quanto esaltante compito di difendere l’onore italiano in Superbike. Max Biaggi si è ritirato da tempo, Marco Melandri è tornato (temporaneamente?) in MotoGP, ed ora sta al romano raccogliere il testimone. Sulla carta – soprattutto quella del regolamento – è l’anno giusto per il riscatto sia di Ducati che del suo cavaliere, ma dopo un 2014 ricco di alti e bassi nessuno dà nulla per scontato.

“Per quanto mi riguarda ho solo bisogno di margine e sicurezza per gestire una gara – ha raccontato Giugliano – L’anno scorso non era possibile. Per fare piazzamenti dovevi partire col coltello tra i denti, non si poteva gestire una gara. Al massimo potevi accontentarti di un piazzamento buono ma non ottimale. Per salire sul podio dovevi aggredire. Spero che quest’anno sia diverso. Finalmente ci siamo, sembrano sei mesi che non vado in moto…non vedo l’ora”.

Poco importa se, accanto a lui, ci saranno meno connazionali (l’armada spagnola sembra intenzionata a invadere anche questa categoria).

“Essere considerato l'italiano di punta in SBK sarebbe una soddisfazione, ma sono dispiaciuto che per ora non ci siano Marco (Melandri) e Michel (Fabrizio). Melandri era un riferimento di altissimo livello. Comunque la SBK mette in campo talenti di prim’ordine, ma uno come lui ha fatto tanto in questo mondo ed era una bella soddisfazione battersi con lui”.

Tornando al presente, nei primi test ad Aragon, Giugliano (insieme a Davies) aveva battuto nettamente le Kawasaki, nonostante la pista di Alcañiz sia di fatto il tracciato di casa del team Provec. Nelle prove successive, tuttavia, la concorrenza si è rifatta sotto. Ma in tanti, nel paddock, sostengono che il team di Borgo Panigale abbia celato alcune tra le sue carte migliori.

“Non penso che sia giusto dire che Ducati è favorita – si schermisce il romano – Con il nuovo regolamento, semmai, abbiamo ridotto il gap di potenza rispetto alle quattro cilindri, cosa che ci ha demolito in passato e che ci ha portato a dover fare cose in pista che non erano semplici. Gli altri acceleravano molto di più”.

Più che dare un vantaggio a Ducati, secondo Giugliano, i cambi regolamentari (su tutti, bielle e pistoni di serie) hanno livellato i valori in campo.

“Erano stati fatti allarmismi, ma la concorrenza è agguerrita come sempre. Ai primi test, Ducati girava con la moto 2015 già da parecchio tempo, con una squadra test a disposizione. È normale che fossimo già abbastanza avanti con lo sviluppo. Gli altri, chi più e chi meno, non hanno un test team e quindi hanno fatto tante prove diverse per sgrezzare il materiale a disposizione. Una volta fatto, a Jerez il gap era diminuito considerevolmente, e gli altri hanno già girato come anno scorso, se non più forte”.

A poco più di un mese dall’inizio del campionato, Giugliano e Ducati sono alle prese con il lavoro di rifinitura.

“Stiamo lavorando su alcune parti della moto dove sappiamo ci manca qualcosa già visto nell’anno passato, intervenendo soprattutto a livello elettronica. Personalmente, invece, ho lavorato tanto sulla preparazione fisica che è fondamentale. Lo scorso anno ero già a 100% ma cerco sempre di migliorare. Ho girato tanto con il motard in questi mesi, facendo run veramente lunghi. Comunque la costanza non è solo una questione di pilotaggio”.

La crescita di Giugliano (2 podi, 2 pole position e tre giri veloci nel 2014) passa soprattutto dalla regolarità. Pilota aggressivo e generoso, il romano ha spinto la Panigale ai suoi limiti. In alcuni casi, anche oltre: sette ritiri in gara (uno per guasto tecnico) hanno attirato alcune critiche. Come un pugile, Giugliano però sa incassare i colpi.

“In questo momento mi interessa solo il risultato. Sono molto concentrato su questo. Quello che verrà si vedrà durante l’anno. Ducati negli ultimi anni mi ha dato grandi opportunità, ed è giusto che raccogliamo i frutti tutti insieme”.

Anche perché il suo contratto è in scadenza a fine 2015.

“Non mi interessa pensare al contratto. Mi trovo bene dove sono, ho un cuore che mi porta a godermi al massimo quello che sto facendo, e rimanere con Ducati è quello che il mio cuore vuole. Ho una buona opportunità, si fidano di me. Vediamo quello che riusciamo a fare. I rivali sono sempre quelli. Rea, Sykes, Guintoli che sarà ancora più carico da campione del mondo, Haslam su moto competitiva come Aprilia. Ma anche i nuovi arrivati della Moto2…vediamo se siamo noi quelli di serie B, come ogni tanto si sente dire”.

Il guanto di sfida è stato lanciato. Dopo un anno da “underdog”, Giugliano sembra finalmente in grado di lottare alla pari tra i pesi massimi. Dopo tutto, poco importa se si finisce al tappeto. L’importante è rialzarsi e continuare (come diceva Ali) a “danzare sotto quelle luci”.

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