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In moto d'inverno: quando il motociclista diventa masochista

È quello che va in ufficio con temperature sottozero o quello che parte per l'Elefantentreffen. Se si diverte a farlo, è incurabile

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Il motociclista è un personaggio strano. Nella società contemporanea è accettato e molto spesso considerato come qualcosa di bello, "cool", modaiolo, che trasmette un'immagine di velocità, rischio, libertà e passione, tutte cose che fanno passare in secondo piano gli aspetti meno belli dell'andare in moto, che sono tanti. Prendiamo ad esempio l'inverno, prendiamo ad esempio il freddo.


Cosa lo spinge a farlo?


Si parla di masochismo quando una persona, tramite fantasie, impulsi e comportamenti ricorrenti, non può raggiungere il piacere senza infliggersi o sottomettersi a una sofferenza fisica effettiva. Freud collegava questo termine a una sfera quasi esclusivamente sessuale, ma guardando un motociclista sorridere sotto il casco alle 7 di mattina di un gelido gennaio può farvi pensare a un concetto molto più ampio.
Il motociclista masochista, a differenza del soggetto classico, non prova piacere DAL dolore fisico, ma prova piacere NONOSTANTE IL dolore fisico, semplicemente perchè la soddisfazione che si prova cavalcando il mezzo a due ruote è un argomento di gran lunga più valido del principio di ipotermia a dita e naso. 
Se la pensate così, non cercate di spiegarlo a quelli che non hanno mai avuto la passione dei motori, perchè probabilmente, ai loro occhi, siete solo dei pazzi che continuano a dire di essere sani, accusando gli altri di non essere normali... soprattutto perchè non capiscono che fendere l'aria a corpo libero sopra una moto, quando fuori ci sono -3°, può essere davvero divertente.


Per questa malattia non c'è cura


I più accaniti motociclisti masochisti spesso si ritrovano tutti assieme in incontri realmente al limite della follia, come l'Elefantentreffen e altri raduni della stessa tipologia. Accrocchiano le moto con tutto il possibile per combattere la neve e partono in gruppo alla volta delle montagne con il clima più rigido che si possa immaginare, muniti di fornelletti e litri di alcolici. Guardarli divertirsi a montare una tenda in mezzo alla bufera di neve a -20°, dopo aver percorso strade dalle condizioni pessime ed essere caduti N volte, fa pensare a chiunque che questi, le rotelle, non le abbiano mai avute al loro posto.
Poi ci sono quelli che nei lunedì mattina invernali sfidano le intemperie e l'asfalto gelato per andare a lavoro, in giacca e cravatta sotto la tuta in gore-tex; o quelli che il sabato pomeriggio si presentano con la moto piena di fango al rifugio in quota, parcheggiando davanti a un muro di 5 metri di neve, mentre le famigli, in SUV, si tolgono gli sci e sperano che il loro figlio non cresca mai così.
Eppure la passione è questa, non c'è clima e non c'è stagione che possa impedire a un motociclista masochista di prendere la strada, ogni volta che sale la voglia di moto. Se ritenete di rientrare in questa categoria, lasciate perdere l'idea di rivolgervi ad uno psicologo: se non è motocilista, non vi potrà aiutare, se è un motociclista fanatico come voi, al massimo, vi chiederà di organizzare un giro insieme, prima di Natale.


 

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