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L'autodromo di Franciacorta chiude per fallimento

La Finanza ha messo i sigilli perchè la società che ha in gestione il circuito è fallita

Moto - News: L'autodromo di Franciacorta chiude per fallimento

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Per i motociclisti a ovest della Pianura Padana c'è un punto di riferimento per il divertimento in pista: Franciacorta. Situata in mezzo a una delle più rinomate regioni del vino italiano, il tracciato è da tantissimi anni meta preferita dai pistaioli in cerca di un track day, ma per il momento tutte le attività sono sospese. La Guardia di Finanza ha sigillato i cancelli e messo sotto sequestro tutte le infrastrutture: il tribunale ha dichiarato fallita la società di Giulio Mazzola che ha in gestione l'autodromo e per questo non ha più diritto di svolgere l'attività.


Franciacorta chiude i cancelli


Venerdì 30 ottobre c'è stato l'ultimo sopralluogo degli agenti della Finanza, durante gli eventi Italian Drift Challenge e Drift No Profit e hanno obbligato la chiusura a manifestazione terminata. Cosa succederà nell'immediato futuro non ci è dato saperlo, ma per il momento il Franciacorta International Circuit non può svolgere alcuna attività. 
La storia di questa pista è iniziata nel 2005 per volontà di Ettore Bonara, è nato nella zona di una ex cava e copre un'area di 500.000 mq a 12 metri sotto il livello stradale. Il progetto è partito per ospitare gare di livello nazionale ed europeo, con omologazione CSAI per le auto fino alla formula 3000 e FMI per gare motociclistiche fino alla Superbike. La lunghezza del tracciato è di 3.500 metri nella sua configurazione finale, con il punto più largo di 12 metri e una struttura con 24 box dotati di officina e ampia area parcheggi e paddock. 


Perchè i circuiti sono sempre in crisi?


Alcune voci parlano di un rinnovato interesse del fondatore Ettore Bonara, che dopo la chiusura intende riappropriarsi della gestione del pista, ma per ora niente è confermato. L'unica certezza è che mai prima di questi anni i circuiti nazionali e internazionali stanno vivendo un momento di crisi. Sembra davvero difficile far quadrare i conti solo con la partecipazione di appassionati a track day ed eventi e tantissime strutture italiane stanno cadendo nella trappola. Qual è il vero problema? Ci sono troppe piste? I prezzi per poter girare sono troppo alti? Diteci la vostra.

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