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Steve McQueen: una vita di cinema e motori in un documentario

Grande appassionato di moto e auto, Steve fu il primo a portare la passione per i motori sul grande schermo

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Steve McQueen richiama alla mente i tempi d'oro del cinema americano, quando i divi del grande schermo avevano una carisma autentico, non pilotato da curatori dell'immagine o da manager che consigliano questa o quella faccia. Steve era un uomo vero e un attore formidabile, ma anche un esempio di vita per molti e un appassionato di motori come nessun altro prima di lui. Si dice che Steve fosse burbero e scontroso sul set, ma questo suo aspetto gli ha dato la possibilità di aver ragione su molte scelte e di portare sul grande schermo i motori, quelli che lui amava più di ogni altra cosa.


Da delinquente a re di Hollywood


McQueen ebbe un inizio non facile, figlio di uno stuntman che abbandonò la madre, è cresciuto in condizioni economiche instabili. Prima delinquente di strada, venne messo dalla madre in un istituto di recupero e in seguito si arruolò nei Marines. La sua salvezza fu la scuola di recitazione per cui fece un provino: fu uno degli unici due talenti scelti fra 2000 candidati.
La sua carriera iniziò a Broadway, in teatro, con qualche comparsa nei film di Hollywood. Il primo ruolo davanti al grande pubblico lo ebbe con il film Blob, un B-Movie che divenne cult negli anni seguenti, ma fu il trampolino di lancio per una carriera brillante e per lo sfogo della sua grande passione per moto e auto.


Il cinema, i motori e la passione


Nella vita di Steve sono passate davvero tante moto, a partire da quella più legata alla sua immagine: la Triumph TR6 Trophy del film "La Grande Fuga", che lui stesso volle guidare senza controfigure. Questa scelta fu un marchio di fabbrica dei suoi film, lui era sempre al manubrio o al volante e rischiava la pelle pur di guidare nei suoi film. 
McQueen divenne un divo e guadagnò tantissimi soldi, che decise di spendere, in gran parte, per coltivare la sua passione. Partecipò a moltissime gare motociclistiche fra gli anni '60 e '70, principalmente fuoristrada con la sua Triumph Bonneville e una Triumph 500 preparata per le competizioni. Fra le tante partecipazioni ricordiamo la Baja 1000, la Mint 400 e il Grand Priz di Elsinore. Fu anche rappresentante degli USA alla Sei Giorni di Enduro. Una delle sue frasi più celebri: "Non so se sono un attore che gareggia o un corridore che recita."


Il documentario sulla sua vita folle


Quando morì lasciò in eredità una collezione di oltre 100 moto, con tantissimi pezzi rari. Tante Triumph, Indian e Harley-Davidson per un valore totale di diversi milioni di dollari. Per quanto riguarda la sua altrettanto nutrita collezione di auto, vi lasciamo all'articolo che ha scritto OmniAuto.it.
Per ricordarlo a 35 anni dalla sua scomparsa, nelle sale cinematografiche italiane verrà trasmesso il film-documentario "Steve McQueen: una vita spericolata", che racconta il McQueen privato e amante dei motori. Sarà al cinema il 9, 10 e 11 novembre distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection. 

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