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Alpinestars Tech-Air: il project leader testa l'airbag cadendo in moto

Collaudo d’eccezione per il sistema di sicurezza passiva italiano prima del suo arrivo sul mercato

Moto - News:  Alpinestars Tech-Air: il project leader testa l'airbag cadendo in moto

Tra i numerosi test effettuati nel corso dello sviluppo dell’Alpinestars Tech-Air, l’air-bag da moto della Casa della A Stellata, c'è stato un episodio difficile da dimenticare. Prima del lancio ufficiale, Colin Ballantyne, capotecnico Alpinestars nonché project leader del Tech-Air, ha potuto “saggiar con mano” la bontà del suo stesso prodotto prima che questo venisse portato al debutto sul mercato nel novembre del 2014.


Un test involontario


Nel corso di un tour in Sud Africa, Colin Ballantyne è caduto dalla sua BMW F800 GS mentre stava facendo del fuoristrada ad una velocità di circa 90 km/h. Il project leader del Tech-Air indossava il sistema sviluppato da lui e dal suo team e questo gli ha permesso di uscire da questa caduta senza gravi conseguenze, eccezion fatta per lievi lesioni ad una gamba e ad una mano che sono state curate in ospedale.
“Arrivato al Pronto Soccorso - racconta Ballantyne - il chirurgo è stato molto sorpreso di vedere, vista la natura delle mie lesioni, la velocità della caduta e il terreno su cui mi trovavo, non avevo neppure un graffio sul torace. Se avessi usato un airbag con sensori esterni, che richiede in media fra i 200 e i 500 millisecondi per gonfiarsi una volta attivato, invece del nostro Tech-Air, gestito elettronicamente senza connessioni di alcun genere verso la moto, avrei colpito il terreno e sarei rotolato almeno una volta prima che si gonfiasse abbastanza da offrirmi una protezione adeguata. Osservando i dati della caduta si può notare come avrei avuto una protezione nulla o comunque limitata al primo impatto, che è sempre il più violento.”


Come ha funzionato l'air bag


“L’algoritmo ha capito che qualcosa non andava ben prima della mia caduta, ma non c’era abbastanza energia che suggerisse che io fossi in pericolo. Durante questo periodo di instabilità – 7”2 sono un’enormità in termini di raccolta dati – il sistema non ha mandato il segnale d’attivazione finché la situazione non è deteriorata. E’ importante, perché non si è attivato prematuramente – nel mio caso avrebbe significato attivarsi mentre ero ancora alla guida. Dato che il periodo di gonfiaggio certificato per un airbag è di cinque secondi – conclude Ballantyne se si fosse attivato prima si sarebbe in effetti sgonfiato prima che toccassi terra, lasciandomi indifeso. E’ una testimonianza reale della solidità dell’algoritmo e della validità della scelta di montare i sensori sul corpo del pilota e non sulla moto – l’airbag si è attivato nel momento cruciale della mia perdita di controllo, garantendo completa protezione prima del mio primo impatto”.


Sviluppato sulle strade di tutti i giorni e in MotoGP


Sviluppato sia in strada che in corsa, l’Alpinestars Tech-Air sfrutta per il suo funzionamento, come precisato poc’anzi, un algoritmo molto sofisticato, non richiede l’installazione di sensori sulla moto e invia in maniera istantanea un segnale d’attivazione alla centralina del sistema. Integrando i sensori in un gilet - che viene indossato al di sotto del giubbotto - il dispositivo permette quindi al pilota di cambiare moto senza richiedere allo stesso di accoppiare fisicamente tale accessorio protettivo alla propria due ruote.


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