Almeno, stando ai proclami dell’Unione europea, si va verso un riconoscimento delle sanzioni pecuniarie nel Vecchio Continente. L'obiettivo è semplificare l’esecuzione delle multe nei casi transfrontalieri, in qualsiasi paese dell’Ue dove siano state emesse, perché ci sia parità di trattamento dei cittadini.
In parole povere
Si concede a un’autorità giudiziaria o amministrativa di trasmettere un verbale (per un’infrazione al Codice della Strada) direttamente a un’autorità di un altro paese dell’UE e di far riconoscere e rendere esecutiva tale sanzione senz’alcuna ulteriore formalità. Quando trasmette la decisione che commina l’ammenda, il Paese UE in questione deve trasmettere un certificato alle autorità competenti della nazione dove la persona fisica o giuridica (società) possiede proprietà o redditi, risiede abitualmente o, nel caso di una persona giuridica, ha la propria sede d’affari.
Alcune eccezioni
Il Paese cui viene trasmessa la decisione può rifiutarsi di renderla esecutiva in caso di mancata emissione del certificato, di incompletezza o non corrispondenza dello stesso alla decisione. Oppure se la decisione è stata trasmessa relativamente agli stessi atti nello stato di esecuzione o in qualsiasi altro Paese diverso da quelli della decisione o di esecuzione e, in quest’ultimo caso, è stata resa esecutiva. Idem se la sanzione è stata comminata a una persona che non poteva essere ritenuta penalmente responsabile del fatto ai sensi della legge dello Stato di esecuzione per motivi di età.
C’è da crederci?
Al di là delle promesse in materia di sanzioni commesse in un altro Paese, resta da capire se finalmente ci sarà un’omogeneizzazione delle norme a livello di circolazione stradale e di multe: se ne parla da anni, senza che si arrivi al dunque.