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Con la Triumph Tiger lungo la Motopanoramica tra Lazio e Abruzzo

Un intrigante percorso ad anello, dai Monti Simbruini fino all'Abruzzo, lambendo la Valle del Fucino... con la nuova Tiger 800 XRx

Moto - News: Con la Triumph Tiger lungo la Motopanoramica tra Lazio e Abruzzo

Si può vivere un’avventura motociclistica intensa ed appagante, senza sconfinare necessariamente in territori esotici e lontani? La risposta è sì, come vi mostreremo con questo percorso, lungo poco più di 150 Km, in grado di coniugare un’esperienza di guida coinvolgente e il piacere puro di attraversare località amene e poco note, tra antichi santuari abbarbicati su speroni rocciosi e scorci inattesi.
Da Subiaco (ad appena 70 Km da Roma), percorrendo l’eccitante canyon della via dei monasteri, vi condurremo nel cuore del Parco Regionale dei Monti Simbruini, fino a raggiungere l’amena Vallepietra e il vicino Santuario della SS Trinità. Da qui, attraverso un passaggio su asfalto e strade bianche di disarmante bellezza, raggiungeremo Tagliacozzo, perla della Marsica, per poi far rientro in territorio laziale lungo i veloci curvoni della via Tiburtina e concludere il giro con un ultimo affascinante tratto alla scoperta della suggestiva Cervara di Roma. Lungo il tragitto, tantissime sorprese e “dritte” (più o meno note), che vi racconteremo passo dopo passo, fornendovi tutte le indicazioni utili per un’esperienza indimenticabile su 2 ruote.


Da Subiaco a Vallepietra (santuario SS Trinità): 50 Km circa


Non perdiamo altro tempo e mettiamoci subito in viaggio. Lasciamo Subiaco, percorrendo la SS411 sublacense con le ruote della nostra Tiger puntate dritte in direzione Fiuggi-Arcinazzo e, appena fuori dal centro abitato, svoltiamo (sulla sinistra) per Jenne. Un occhio alla carreggiata opposta e via, senza esitare, sulla stradina in salita, simile a una sorta di rampa. Qualche centinaio di metri e una targa ci avverte che stiamo percorrendo la celebre Strada dei Monasteri, da sempre meta di pellegrinaggio per fedeli e sfegatati motociclisti a caccia di emozioni. Roma è solo a un’ora di strada, ma ci si sente come catapultati in una dimensione remota, ancestrale, dove sacro e profano si fondono lungo il nastro d’asfalto che si aggroviglia nel fitto della valle dell’Aniene.
I ruderi della villa imperiale di Nerone, poco prima di raggiungere il monastero di Santa Scolastica, ci ricordano che questi luoghi sono abitati sin da tempi antichissimi. Pare che l’imperatore, affascinato dalla natura selvaggia dei monti Simbruini, avesse scelto di sfuggire qui alla calura estiva della Capitale, approfittando del fresco della valle e delle limpide acque del fiume Aniene, con i suoi laghetti. A tal proposito, da non perdere l’occasione di andare alla scoperta del piccolo bacino di San Benedetto, suggestivo specchio d'acqua limpidissimo, poco noto ai più. Lo si raggiunge facilmente attraverso una veloce deviazione, ben indicata sulla destra, appena prima dei santuari benedettini di Santa Scolastica e del Sacro Speco. Parcheggiata la moto, una breve passeggiata di 5 minuti conduce nel fitto del bosco, dopodiché, attraversato un ponticello in legno sul fiume, ancora qualche metro e si rimane a bocca aperta davanti alle acque turchesi, alimentate da una cascatella che sgorga vivace dalle rocce. Nella stagione calda, impossibile sfuggire alla tentazione di un bel bagno ritemprante.
Dopo la deviazione, è il momento di dedicare una visita ai monasteri benedettini di Santa Scolastica e del Sacro Speco. Soprattutto quest’ultimo, definito “nido di rondini” per la posizione impervia, abbarbicata sulla montagna, rappresenta una tappa imperdibile. Ci si può arrampicare fin su direttamente con la moto, guidando lungo i piacevoli tornanti che portano al parcheggio (raggiunta la grande porta in pietra, non abbiate paura, e proseguite ancora in sella sulla strada lastricata). Il santuario, costruito a partire dall’XI secolo, attorno alla grotta dove il santo visse per 3 lunghi anni in meditazione, si presenta come una struttura scenografica e pittoresca, sulla curvatura di una scoscesa parete di roccia. Al suo interno, potrete avventurarvi tra labirinti e misteriose grotte affrescate, collegate tra loro da ripide scalinate, in cui si celano reliquie, piccole chiese e antiche cappelle. All’esterno del complesso, un panorama splendido sui monti e le valli circostanti (orario di visita: 09.00-12.30; 15.00-18.00).
Tornati in sella, puntiamo il muso della moto in direzione Jenne, godendoci le eccitanti curve che hanno reso celebre questa strada tra intere generazioni di motociclisti: un percorso gustosissimo, immerso in un canyon di grande suggestione, caratterizzato da brevi tunnel in pietra (alcuni dei quali, da affrontare - con cautela - addirittura in piega). Lo scenario ideale per testare a fondo le doti del nostro crossover inglese.
La Tiger 800 XRx, allestimento maggiormente votato all'asfalto della all terrain di Hinckley, mostra di gradire le scatenate danze tribali lungo i nastri d'asfalto più tormentati. Il motore 3 cilindri da 800 cm3 è una garanzia quando si cercano uscite di curva fulminee, regalando una bella progressione, che si irrobustisce ulteriormente oltre metà scala del contagiri. Un propulsore dalla resa emozionale, che sa conquistare all'istante. A garantire il giusto 'sostegno' nella guida sportiva, ci pensano poi le sospensioni (con escursione ridotta rispetto alla versione XC), che rendono la moto piuttosto svelta nei veloci cambi di direzione. Non un fulmine di guerra in senso assoluto, ma un mezzo piacevole nella resa dinamica - quasi inavvertibile la tipica inerzia dovuta all'effetto giroscopico della ruota anteriore da 19'' - efficace, rigoroso e mai nervoso nelle reazioni. A limitare in parte il divertimento, solo la scarsa luce a terra, con le pedane sin troppo pronte a grattare l'asfalto; mentre, almeno sulle prime, occorre fare un po' l'abitudine alla frenata: incisiva si, ma a patto di agire con forza e decisione sulla leva.
Dopo tanto divertimento alla guida, l’arrivo a Jenne, cuore del parco regionale dei Monti Simbruini, suggerisce una veloce pausa per gustarne l’atmosfera d’altri tempi.
Un caffè al bar antistante l’imponente chiesa dedicata a Sant' Andrea Apostolo, e siamo pronti per affrontare l’eccitante salita a Vallepietra, che ci condurrà al remoto Santuario della S.S. Trinità, oltre il quale sconfineremo in territorio abruzzese.
La Tortuosa strada panoramica, che si arrampica sulla montagna, non concede pause alla guida. Un ghirigoro infinito di curve, da affrontare tutte d’un fiato. Superata Vallepietra, quota 825 metri sul livello del mare, si seguono le indicazioni che, nel giro di pochi chilometri, conducono ai 1.443 metri del santuario della S.S. Trinità (attenzione, la strada rimane chiusa durante il periodo invernale).
Meta di pellegrinaggi da maggio a settembre, il santuario - letteralmente abbarbicato sul monte Autore - vede le sue origini perdersi in un passato incerto, tra storia, miti e leggende. Tutt’attorno, vedute vertiginose, a perdita d’occhio, fanno la gioia di chi raggiunge questo remoto eremo.
Arrivati in cima, sfilate il casco e godetevi l’aria pulita e frizzante d’alta quota... almeno finché le terminazioni olfattive non vi verranno rapite dai profumi che provengono dai numerosi chioschi, pronti a proporvi succulenti prodotti locali.


Da Vallepietra a Tagliacozzo: 40 Km circa


Proseguiamo in direzione Cappadocia, lungo la strada che continua oltre il parcheggio. Pian piano, l’asfalto perde consistenza e gli pneumatici si ritrovano a 'calpestare' un tracciato in terra battuta, percorribile (quasi) con ogni genere di moto. Ovviamente, avere a disposizione un crossover come la Tiger, in queste circostanze fa la differenza... soprattutto in termini di divertimento!
Una svolta, un rapido passaggio tra gli alberi, e si rimane a bocca aperta, senza fiato, davanti ad un’ampia vallata, verdissima, cosparsa di rocce grigie, e puntellata qua e là da fiori gialli e blu. La strada bianca la percorre in tutta la sua lunghezza. Ovunque, cavalli liberi al pascolo e bovini mollemente adagiati sul prato. Uno di quei posti preziosi, di assoluta bellezza; eppure, incredibilmente deserti. Intorno, nessuna traccia di esseri umani, salvo qualche rara auto e qualche escursionista.
Tutt'a un tratto, avvertirete la piacevole sensazione di sentirvi come avventurosi moto-viaggiatori, alla scoperta di territori selvaggi in qualche luogo sperduto del pianeta.
La Tiger scalpita e sciogliamo le briglie. Sebbene meno incline all'off-road, rispetto alla sorella XC, e nonostante gli pneumatici stradali, la nostra XRx si difende decisamente bene. Anche con l'intero set di borse montato (valige laterali più bauletto posteriore), manovrabilità e capacità di controllo rimangono di buon livello, garantendo una piacevole sensazione di sicurezza, persino esagerando un po' tra sassi e nuvole di polvere.
Il percorso procede sul versante abruzzese tra verdi scenari maestosi. Abbiamo da poco lasciato il Lazio, infatti, attraversando il confine tra le due regioni, che corre frastagliato in quota. Pochi chilometri ancora e ritroviamo l’asfalto nei pressi di Campo Rotondo, un piccolo agglomerato di case vacanza, qualche hotel e nulla più. Si può tranquillamente evitare una sosta e puntare dritti in direzione Cappadocia, paesino che si raggiungerà tornando a piegare allegri, lungo tornanti dalla piacevolissima circonferenza, dopo aver passato il valico della Serra, posto a 1.435 metri sul livello del mare. Il tutto, attraverso sterminate vedute sulla valle del Fucino, incorniciata dalla catena del Sirente Velino, da una parte, e da quella della Maiella, dall’altra. Questo territorio, così impervio e selvaggio, offre dimora ad una rara colonia di grifoni (e la cosa, guardandosi attorno, non stupisce). Sono tanti gli appassionati naturalisti che giungono fin qui da ogni dove per osservare questi maestosi rapaci; ma anche cervi, cinghiali, caprioli, orsi e lupi, di cui si contano almeno 2 folti branchi.
Il paesino di Cappadocia è molto piccolo e tranquillo. Al centro della piazzetta, proprio sotto la chiesa di Santa Margherita, una statua in bronzo, un omaggio al mulo (prezioso compagno di lavoro per i contadini della zona), ricorda ai viaggiatori che siamo alle porte della Marsica, terra dura, aspra, ma allo stesso tempo di grande fascino, narrata da Ignazio Silone nel suo celebre 'Fontamara'.
Se l’ora del pranzo si avvicina, un buon indirizzo a Cappadocia è il ristorante “C’era una volta” (Tel. 0863.670641). Altrimenti, poco più avanti lungo il percorso, in località Verrecchie (appena prima di Tagliacozzo ), la trattoria “La Fonte” offre piatti succulenti, anche all’aperto, a prezzi competitivi (Tel. 086.366317).
Tagliacozzo accoglie il viaggiatore con la sua piazzetta, le stradine lastricate, il bel duomo e i tanti monumenti che contribuiscono al suo fascino. Ovunque, scorci deliziosi tra i gorgoglii e le cascatelle del fiume Imele. Passeggiando per i vicoli del centro storico, si scoprono, poi, piccole grandi storie, come quella di Don Gaetano Tantalo, prete coraggioso che, durante la seconda guerra mondiale, sfidò le leggi razziali e non esitò ad offrirsi come ostaggio ai tedeschi per salvare gli abitanti di Villavallelonga (piccolo centro della Marsica) accusati di far parte della Resistenza. Una targa lo ricorda sulla parete della parrocchia di San Pietro Apostolo, dove rimase fino alla morte. Potete inoltre trovare il suo nome ai piedi di un albero sul "Viale dei Giusti" a Gerusalemme.
Nella parte alta della cittadina, la Chiesa di Santa Maria del Soccorso (le cui origini si perdono nel profondo medioevo) offre uno spunto per una piacevole passeggiata. Di fianco al portone, una base di marmo accoglie una dedica di ringraziamento a Dante Alighieri (apposta in occasione dei 600 anni dalla morte): il sommo poeta, infatti, ha reso celebre la cittadina citandola in un verso della Divina Commedia (“e là da Tagliacozzo ove senz’armi vinse il vecchio Alardo” Inferno XXVIII).
A chi avesse scelto di percorrere questo itinerario in due giorni, consigliamo di trovare da queste parti alloggio per la notte. Ecco un paio di indirizzi: Azienda Agrituristica la Giarda, sulla SS5 Tiburtina, in direzione Scurcola Marsicana (Via Tiburtina Valeria, km. 102. Tel. 0863 678497); La Locanda Incantata, a pochi chilometri dal centro di Tagliacozzo, sempre nei pressi di Scurcola (Via Orti incantai, 8 – Scurcola Marsicana, AQ. Tel. 0863.561466).


Da Tagliacozzo a Subiaco: 65 Km circa


Torniamo in moto e proseguiamo il nostro percorso lungo la SS5 Tiburtina in direzione Carsoli. Un tratto di strada che, caratterizzato da divertenti curvoni ad ampio raggio, ci consente di verificare le attitudini della nostra Tiger 800 XRx sul veloce. Anche in questo contesto il crossover inglese tira fuori gli artigli, sorprendendo con una resa convincente nelle lunghe pieghe in appoggio. La ciclistica lavora bene, nessun ondeggiamento indesiderato e si fila via spediti, ben protetti dal cupolino anteriore, in pieno comfort: posizione di guida comoda e vibrazioni pressoché inesistenti.
Superata Carsoli, si prosegue per Arsoli, il cui centro abitato è annunciato da una serie di tortuose curve e dalla bella veduta sul castello Massimo. Giunti nei pressi di un bar nel bel mezzo di un tornante, tappa fissa per i motociclisti che battono la zona, si svolta a sinistra in direzione Cervara di Roma.
Qui il percorso si raggomitola all'istante, chiamando ancora una volta il nostro Tiger agli straordinari: curve di ogni genere, e brevi rettilinei su cui far urlare di piacere il vivace tre cilindri, fino a raggiungere Cervara, pittoresco centro posto a 1.053 metri sul livello del mare (è il comune più alto della provincia di Roma), meta di artisti, amanti della natura e paesaggi a perdita d'occhio. Mirabili le vedute sulla valle dell'Aniene e sui monti circostanti; mentre una passeggiata tra le viuzze scoscese e le scalinate del centro storico, permetterà di scoprire le suggestive sculture, le poesie e i murales, impressi direttamente sui muri delle abitazioni, che rendono unica e imperdibile questa località.
A questo punto dell’itinerario, i chilometri che ci separano da Subiaco, località di partenza e di arrivo di questo entusiasmante percorso ad anello, sono oramai pochi e li concludiamo pennellando le ultime curve, fino a scorgere la Rocca dei Borgia (XI secolo circa), che domina severa la città dall’alto. Poi, un veloce saluto al gibboso ponte Medievale di San Francesco, con la sua torre quadrangolare appena fuori dal centro abitato, e via… verso una nuova avventura.


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