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Milano: pedoni contro scooteristi. Ma il comune ha le sue colpe

È vero che chi va in scooter talvolta sbaglia, però anche comune e pedoni hanno le loro colpe

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Il corriere.it dedica ampio spazio agli scooter che invadono i marciapiede di Milano. “I nuovi marciapiedi di via Verdi, da Brera a piazza della Scala, sembrano fatti per loro, gli scooteristi. Appena smontato il cantiere, ecco decine di moto e motorini affollarsi e occuparne una buona metà. Il restyling pensato per rendere più accogliente la Milano di Expo diventa così terra di conflitto. Sono sempre i pedoni a doversi fare da parte quando il centauro piccolo o grande invade la loro corsia (in teoria protetta) per cercarsi il posto moto. E non ci sono parole di scusa, semmai gesti di stizza, se il pedone non scatta al rombo del mezzo. È l’anarchia delle due ruote e ce la siamo cercata. Il codice della strada dice con chiarezza che sui marciapiedi non si può parcheggiare. Anche in assenza di cartelli. Ma chi si mette contro gli scooteristi? Indubbiamente aumentati di numero da quando è stata introdotta l’area C che loro non pagano”.


È tutto vero


L’ultimo aggiornamento del Pgtu (Piano generale del traffico urbano) dice che oltre due terzi (il 67%) dei motociclisti parcheggiano in modo irregolare. Ed ecco i numeri: 10.020 sono in regola contro i 18.057 irregolari. È senz’altro vero che c’è chi sbaglia, in scooter. Così come in auto. O guidando un altro qualsiasi mezzo. Ma la cosa merita due precisazioni. Primo: c’è un numero enorme di pedoni che sono pericolosissimi per se stessi e per gli altri. Distratti, non rispettano il Codice della Strada, attraversano col rosso con lo sguardo puntato sullo smartphone. Secondo: il comune s’è dimostrato disattento alle esigenze della mobilità degli scooteristi. E le cose peggioreranno con lo scooter sharing, iniziativa di per sé intelligente, ma che accresce il numero di veicoli in circolazione e da parcheggiare. Servirebbero più vigili: peccato che il comune di Milano li impieghi rinchiusi negli uffici a notificare le multe a chi andava a 56 km/h nelle vie dove sono stati piazzati gli autovelox (quelli che fanno guadagnare una montagna di quattrini a Palazzo Marino).


Milano è diventata una città dalla mobilità drammatica


Questa amministrazione ha pesanti responsabilità. Mentre i vigili sono chiusi in ufficio, a Milano i pedoni attraversano la strada in qualunque punto e col rosso, invadendo le piste ciclabili. Intanto, i ciclisti vanno sul marciapiede. È una guerra fra utenti deboli: pedone contro ciclista. In tutto questo, anche quelli che guidano le moto e le auto sono a un tempo vittime e carnefici. Intanto, il comune fa business con gli autovelox e l’Area C e le altre telecamere delle ztl: alla faccia della mobilità pulita.

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