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Mercato moto e scooter: il 2014 chiude con un -1,5%

L'Italia soffre ancora nella vendita delle due ruote ma in Europa qualcosa si muove, a partire dall'Inghilterra, a +10%

Moto - News: Mercato moto e scooter: il 2014 chiude con un -1,5%

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Sono i primi giorni del nuovo anno e come sempre si fanno i conti del mercato nel 12 mesi appena trascorsi. Le moto non se la passano certo bene e il pessimo andamento delle vendite è lo specchio di un'intera nazione che stenta a sollevarsi dalla crisi. Anche il 2014, nel complesso, è identificata dal segno meno, seppure molto leggero e con qualche spunto positivo.


Non c'è da gioire troppo


I dati pubblicati indicano un -1,5% nelle vendite totali di due ruote in Italia per tutto il 2014, un risultato fortemente influenzato dal crollo dei 50cc (-15,1%), perchè se prendiamo le sole moto siamo al +3,3% e gli scooter a un timido +0,4%. Non si può parlare di ripresa, ovviamente, ma ci sono segni di positività come il dato del solo mese di dicembre, che ha fatto segnare +8,8% rispetto all'ultimo mese del 2013.


Entrando più nel dettaglio, notiamo che gli scooter più venduti dell'anno sono i 125, con 33.811 immatricolazioni, per le moto invece le regine della categoria sono le maxi oltre 1.000cc, con 18.509 unità venute. Muore quasi definitivamente il segmento delle 600, che perde il 64,4% delle vendite in un solo anno.


Le regine del mercato moto, comunque, sono le enduro stradali, categoria che guadagna il 7,3% di vendite e che viene incalzata da una rinascita delle naked con +16,6% di moto vendute rispetto al 2013. Il brand più venduto d'Italia nel 2014 è Honda, che domina sia fra gli scooter che fra le moto.


Ma in Inghilterra il mercato decolla


Guardando all'estero, però, notiamo come alcuni mercati stiano facendo davvero un ottimo lavoro. Per esempio l'Inghilterra ha chiuso il 2014 con un incredibile 10% in più rispetto all'anno precedente, con un ottimo +32% delle moto naked e +13% delle moto da turismo. Un risultato che conferma un risanamento concreto dell'economia che proseguirà anche nel 2015. In Italia, come al solito, siamo indietro ma l'UK potrebbe tracciare la strada per un risanamento progressivo dell'eurozona e un futuro miglioramento anche della situazione italiana. Incrociamo le dita.


 

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