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MotoGP, Melandri: con le Bridgestone non piego

"Dovrò cambiare stile di guida dopo vent'anni". Albesiano, "il seamless arriverà nella prima parte del 2015"

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Il riscontro cronometrico non è stato dei più incoraggianti (1’34”336 a più di tre secondi dai migliori e a uno e mezzo da Bautista), ma Marco Melandri sapeva che il suo ritorno in MotoGP non sarebbe stata una passeggiata. “Da una parte sono un debuttante, dall’altro un pilota che ha cambiato moto”, scherza il ravennate. La prima presa di contatto a Valencia gli è stata però utile per inquadrare al meglio la situazione.

Qual è il bilancio?

E’ stata una giornata difficile, ma me l’aspettavo. Riadattarsi alle gomme e allo stile di guida che richiedono non sarà facile. È tutto nuovo, anche la ciclistica è molto diversa, a partire dalla distribuzione dei pesi, da quella della SBK. Sarebbe servito almeno un giorno in più per avere le ultime conferme, ma ne avremo tre a Jerez a fine novembre”.

Le Bridgestone sono molto diverse da come ricordavi?

Soprattutto l’anteriore, mentre il posteriore l’ho trovato più ‘normale’. Venendo dalle Pirelli le sensazioni sono molto differenti, quelle dopo una certa inclinazioni ti mollano mentre con queste devi cambiare il tuo stile. So di non piegare come dovrei, infatti mi mancano 4 o 5 gradi di inclinazione rispetto a Bautista”.

È anche una questione di posizione in sella?

Questa moto, rispetto alla SBK, è già diversa in questo senso ed è la strada da seguire. Anche per quanto riguarda la posizione di sella e serbatoio ho bisogno di alcune modifiche, considerata la mia altezza. Soprattutto devo cambiare il modo di guidare e dopo vent’anni non è facile. Bisogna rivedere i propri limiti, perché le gomme lo richiedono”.

E per quanto riguarda il motore?

Non abbiamo usato quello con distribuzione a valvole pneumatiche perché abbiamo riscontrato dei problemi non risolvibili sul momento. Non mi sembra comunque male”.

Romano Albesiano, responsabile del progetto, entra ancora più nel dettaglio dopo la prima vera prova sul campo. Per lui, “l’esperienza è stata sicuramente molto positiva. Soprattutto mi hanno stupito i commenti favorevoli di Bautista, un pilota che arriva dalla Honda”.

Perché non avete usato il propulsore a valvole pneumatiche?

La mappatura elettronica era un po’ acerba e abbiamo preferito rimandarne l’utilizzo a Jerez. Siamo sicuri che la sua adozione ci permetterà di ridurre il gap dagli avversari perché l’unità che usiamo ora è quella della RSV4. Sappiamo che dobbiamo continuare a lavorare”.

Quali sono i lati negativi del progetto?

Non c’è un grande limite o problema, questo mi fa essere positivo”.

Quando arriverà il cambio seamless?

Lo stiamo già provando e funzionerà anche in scalata. Per i tempi dipende da quali difficoltà incontreremo nello sviluppo, nella migliore delle ipotesi a inizio stagione, nella peggiore a metà. Per noi è una tecnologia nuova e stiamo collaborando con un’azienda specializzata”.

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