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MotoGP, Lorenzo: il mio peggior nemico sono stato io

"Sono il pilota più completo ma a Valentino ruberei i Mondiali e a Marquez la mentalità"


Non è stato un anno facile per Jorge Lorenzo, partito come l’avversario numero uno di Marquez ha avuto un inizio travagliato. Problemi tecnici e fisici lo hanno tenuto fuori dalla lotta fino al Sachsenring, GP in cui la sua stagione ha svoltato. Al termine, però, ha dovuto arrendersi a Rossi, contro di cui ha perso la volata per il secondo posto in campionato. Alti e bassi, di cui il maiorchino è consapevole.

La stagione 2014 è finita, come valuti quest’anno?

Non è stato certamente uno dei miei migliori anni da quando sono in MotoGP. Anzi, è stato uno dei peggiori, un po’ come il 2008. Sebbene quest’anno io sia stato un po’ più costante rispetto al 2008, la stagione è iniziata male, con diversi errori, qualcuno anche grosso, nelle due prime gare. Poi la moto è migliorata, gli pneumatici sono cambiati e anche la mia condizione fisica è migliorata tanto. Per tutti questi motivi i risultati sono arrivati dal Sachsenring in poi”.

Che voto ti daresti?

Mi darei un 6,5 o 7”.

Quale è stato il momento più delicato della stagione?

Senza dubbio il periodo Qatar-Argentina-Austin. In quel momento avevo molta pressione, avevo bisogno di fare un bel risultato, altrimenti la stagione sarebbe diventata molto complicata. Gli errori fatti non ci permettevano di avere altro margine e in quel momento ho sentito proprio la pressione di non sbagliare”.

E il momento più felice?

La vittoria ad Aragon e anche quella in Giappone. Quella di Aragon era inaspettata perché eravamo lontani dai primi, in tutti turni di prova. La gara è stata un po’ caotica e siamo riusciti a vincere. Però mi sono divertito anche in gare in cui sono arrivato secondo, come al Mugello o a Silverstone”.

L’anno scorso avevi fatto uno sforzo grandissimo per lottare per il Mondiale, anche dopo gli interventi. Che cosa è successo durante l’inverno?

A me piace allenarmi, lavorare e mi piacciono le gare. A volte hai bisogno di un momento per staccare la spina. Io me lo sono preso alla fine della scorsa stagione, ma probabilmente quel periodo è stato troppo lungo. Innanzitutto perché ho dovuto fare tanti interventi per togliere alcune placche che mi davano fastidio. Ho fatto tre interventi in anestesia totale e mi avevano lasciato debole e dato poco tempo per allenarmi. A questo si aggiunge il fatto che la moto all’inizio non era così competitiva. Insomma le condizioni generali non erano ottimali”.

Ti penti di qualche cosa?

Mi pento di non avere pianificato meglio le operazioni alle quali mi sono sottoposto durante l’inverno e di non essermi allenato meglio per arrivare in Qatar più in forma”.

Jorge LorenzoAllora hai imparato una lezione importante.

Pensando in maniera positiva, posso dire che ho sacrificato una stagione per essere migliore in futuro”.

Quest’anno è stato Jorge Lorenzo il tuo peggior nemico?

Si, ma questo capita a tutti piloti. Ognuno ha in se stesso il proprio peggiore nemico. Uno deve sempre lottare contro se stesso, quando ti alleni, o quando devi superare dei problemi personali. Se non provi a migliorare, non puoi lottare contro gli altri perché stiamo parlando del campionato del mondo, dove tutti lavorano duramente e hanno grande talento. Se non segui la strada dei rivali, rimani dietro”.

Nella seconda parte di stagione hai raggiunto un livello altissimo. Cosa ti aspetti l’anno prossimo?

Non lo so, il livello è altissimo. Soprattutto per quanto riguarda la costanza, la velocità, la concentrazione… Fare un passo in più è difficile ma è chiaro che se sei a posto fisicamente e mentalmente e la moto funziona, tutto è più facile. Nel mio caso, se sono a posto e concentrato, posso lottare per vincere”.

Lo ripeti continuamente: nella vita ogni giorno si impara qualche cosa di nuovo e si deve lavorare sempre di più per migliorare. Quanto ti manca per raggiungere il tuo limite?

Sì, è vero, ogni anno si impara di più e si è più saggi. Se hai più esperienza, sai anche che cosa ti conviene o non ti conviene fare. Però è difficile conservare intatte le tue abilità. Quello deve essere l’obiettivo: non perdere la motivazione, i riflessi e migliorare i punti deboli. Ma a volte non è facile ottenere tutto questo”.

Che cosa puoi migliorare come pilota?

Andare veloce in moto è un compromesso fra non frenare troppo tardi per non perdere accelerazione e non farlo troppo presto per non perdere metri. Forse fra i quattro piloti più forti al mondo, io non sono quello che frena di più, forse nemmeno quello più forte nella lotta corpo a corpo, ma sono completo. Nonostante io sia migliore dello Jorge del 2008 e del 2009, penso di avere ancora un certo margine di miglioramento”.

Che cosa manca alla M1?

Adesso abbiamo una moto molto completa, che accelera, che va veloce e che ha un bel telaio. Forse dobbiamo migliorare un po’ l’elettronica e in frenata, che non è il nostro punto forte. Sì, direi che dobbiamo migliore l’elettronica e la frenata”.

Jorge LorenzoCosa ruberesti a i tuoi rivali?

A Vale ruberei i titoli!!! Parlando seriamente, Valentino è un pilota con molte capacità. La sua qualità più evidente, secondo me, è la sua capacità di improvvisare in gara e la sua intelligenza quando sale sulla moto. Dani è molto tecnico, approfitta molto del vantaggio del suo peso in accelerazione e in velocità. Di Marquez prenderei la sua mentalità, perché non molla mai, in nessuna circostanza. Non si accontenta mai, prova sempre a vincere, ad ogni gara, anche quando è troppo rischioso”.

Come ti sei sentito quest’anno ad Assen quando avevi ammesso di avere paura?

Non e stata la prima volta. Nel 2008 quando cadevo spesso e mi sono fatto veramente male fisicamente, avevo ammesso che avevo paura di salire sulla moto. Ho dovuto superare quel momento. E’ una cosa che non tutti ammettono perché magari gioca a tuo sfavore, ma io sono fatto così. Quest’anno anche dopo Assen l’ho ripetuto, ma è stata una paura normale. Un anno prima, sempre lì, sono riuscito ad arrivare quinto dopo un intervento fatto quasi 24 ore prima. Un anno dopo ho avuto la reazione opposta e mi sono bloccato, non riuscivo ad andare forte. Molta gente mi aveva ringraziato per la sincerità”.

In questa stagione la vittoria è arrivata molto tardi. Riuscire a vincere ad Aragon è stato per te come una sorta di esorcismo?

Onestamente sì, è stata una liberazione. Non avevo molta fretta di vincere perché sapevo che la vittoria sarebbe arrivata al momento giusto. Ma è anche vero che non avevo vinto mentre il mio compagno aveva vinto a Misano, quindi sì, è stata una bella liberazione”.

Sembra che adesso tu abbia cambiato leggermente lo stile di guida, come e perché lo hai fatto?

Si, abbiamo migliorato e cambiato lo stile, ma si tratta di piccole modifiche, sopratutto ho continuato a perfezionare la dinamica dell’allenamento con mio padre e stiamo provando ad affinare alcuni dettagli per andare più forte, specialmente in frenata e in uscita di curva”.

L’arrivo di Márquez in MotoGP sembra essere servito come stimolo a tutti voi. È vero nel tuo caso?

Marc è molto bravo e ha un sacco di virtù. Una delle sue abilità è che impara in fretta, frena al limite, ha uno stile di guida aggressivo, può staccare forte e giocare con la moto, perché la moto glielo permette grazie ad un telaio molto flessibile. Questo gli dona uno stile “tipo supermotard”. Evidentemente è un rivale molto tosto quando si tratta di lottare forte. Vuole sempre dominare, in ogni circuito, in ogni sessione”.

Valentino Rossi e Jorge LorenzoValentino, invece, con i suoi 35 anni, ha migliorato tantissimo il suo livello ed è riuscito ad arrivare secondo in campionato. Come ti ha motivato il tuo compagno quest’anno?

Vale ha un grande merito. Non scopriamo adesso Valentino Rossi, un pilota che ha lottato contro tre o quattro generazioni diverse ed ha continuato ad essere competitivo. Per non parlare dei suoi numeri, che sono impressionanti. Ma dopo due anni bruttissimi con la Ducati e un altro non molto buono con la Yamaha, reagire e riuscire a tornare sul podio e vincere delle gare, beh è incredibile, una cosa che nessuno aveva mai fatto prima. Lui è un vero esempio per i piloti giovani che possono rendersi conto di cosa si deve fare per migliorare, crescere e cambiare anche stile di guida, adattandosi ai nuovi tempi. Per me la sua stagione è stata un grande stimolo. L’anno scorso io vincevo regolarmente e invece quest’anno ho fatto fatica, per questo è stata una grande motivazione”.

Ti trovi di fronte ad una bellissima sfida, eguagliare due miti come Kenny Roberts e Wayne Rainey, con tre titoli mondiali con la Yamaha, e anche provare a vincere su tre generazioni diverse di grandi campioni come Rossi, Stoner e Marquez. Quanto lavorerai per provarci l’anno prossimo?

Sono sempre stato chiaro: finché non mi ritiro, darò tutto per restare al massimo livello, sia dentro che fuori dal circuito. Non mi piace lasciare le cose senza averle prima fatte bene. Faccio tutto sempre al 100%. Proverò ad allenarmi al limite, migliorare ogni giorno, perché vincere il terzo titolo sarebbe meraviglioso”.

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