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MotoGP, Motegi: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Marquez imperatore del Giappone. Brillano Lorenzo e Rossi, al buio Pedrosa

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Altro che samurai, Marc Marquez è stato nominato direttamente imperatore. Il ragazzino terribile ha regalato alla Honda l’unico dono che non aveva mai ricevuto, un titolo in casa. Questa volta non l’ha fatto alla sua maniera, ha mostrato di essere un camaleonte, capace di adattarsi alle situazioni per trarne il massimo. E l’aggettivo fenomeno non è mai stato usato con più correttezza.

A Motegi anche Lorenzo e Rossi hanno brillato, uno vincendo e l’altro divertendo. Non ha fatto né l’una né l’altra cosa Pedrosa. Bello il lampo rosso in qualifica, ma per le gare bisognerà ancora aspettare. I bocciati? Tanti questa volta e non solo in MotoGp.

IL BELLO – Forse la perfezione non esiste, ma Marc Marquez ci va molto vicino. A soli 21 anni sembra non avere più nulla da imparare o, meglio, è quello che sperano i suoi avversari. In Giappone è passato dal ruolo di kamikaze a quello di stratega e ha battuto tutti in una partita a Risiko che valeva il titolo Mondiale. Intelligenza, velocità, simpatia, frullate tutto e servite a 93°, il cocktail funziona e non dà alla testa.

IL BRUTTO – A tre gare dalla fine è giunto il momento di una strigliata generale. Le moto Factory in pista sono otto eppure se ne vedono solo quattro. Dove sono i piloti ‘satellite’? Non avranno gli aggiornamenti degli ufficiali, le Open e le Ducati saranno avvantaggiate dalla gomma morbida, il colore degli occhi non si intonerà con quello della carena… tutto quello che volete, ma non si è mai visto un vero guizzo, una sorpresa. Capito Pol, Bradley, Stefan e Alvaro? Ci sono ancora tre GP per recuperare.

Dani PedrosaIL CATTIVO – Marquez ha vinto il titolo, Lorenzo la gara e Rossi il premio simpatia. E Pedrosa? Dani non è sembrato neppure provarci. Lo scorso anno, senza l’infortunio, avrebbe potuto puntare al titolo, in questa stagione si è limitato a fare il gregario dello scomodo compagno di squadra. Nessun è mai stato nello squadrone HRC per tanti anni senza vincere il titolo, lui si è addirittura meritato un rinnovo. Un mistero.

LA DELUSIONE – Per lui è pronta un’ufficialissima RC213V per il prossimo anno ma non ha ancora dimostrato di meritarsela. Scott Redding sembrava avere il physique du role per la MotoGP, ma per ora il vestito gli va stretto.

Jorge Lorenzo e Marc MarquezLA CONFERMA – Ecco di nuovo il martello Lorenzo, quello che pesta più di un fabbro in ritardo sulle consegne. Molto meglio dello Jorge insipido che si lamentava a ogni piè sospinto. Un pilota così avrebbe potuto rendere la vita molto dura a Marquez, peccato che il torpore sia durato troppo.

L’ERRORE – Chissà se, come dicono i maligni, è tutta colpa della MotoGP. Jack Miller ha corso da campione per 19 giri, poi è bastata una curva per buttare tutto alle ortiche (per essere gentili). Una staccata improbabile, un contatto con Kent e (mini)Marquez ringrazia e saluta. Massimo sforzo, minimo risultato.

LA SORPRESA – Ce ne siamo assicurati appena si è tolto il casco, non era Stoner quello che ha fatto la pole con la Ducati. La verità è che la Desmosedici non ha bisogno di fantasmi del passato per partire davanti a tutti, gli ‘basta’ un Dovizioso a gas spalancato. In gara i miracoli non sempre riescono, ma il progresso è netto. Ora potete tornare a parlare di telai a traliccio e monoscocca in carbonio.

IL SORPASSO – Il più significativo il botta e risposta tra Marquez e Rossi. Per quello che è valso e ha rappresentato. Lo scettro è passata da una mano all’altra. Per ora, ma è incredibile vedere che il vecchietto di 35 anni dà ancora il massimo per posticipare di poco un campionato già deciso. Il gusto per lo spettacolo non gli è mai mancato.

La NH6LA CURIOSITA’ – In Giappone con una Moto2 giapponese, come il pilota. A Motegi il team JiR ha fatto debuttare la NH6, realizzata dalla NTS. L’anno scorso quel telaio, con motore Yamaha, ha vinto la J-GP2, ora è stato ridisegnato per ospitare l’unità Honda.

IO L’AVEVO DETTO –Domenica non penserò al titolo, ma alla gara”. Questa volta Marquez ci aveva fregato.

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