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SBK, Magny Cours: il Bello, il Brutto, il Cattivo

Melandri inarrestabile, Sykes con le polveri bagnate. Decisiva la "notturna" in Qatar

Magny Cours: il Bello, il Brutto, il Cattivo

A Magny Cours, è piovuto talmente tanto che la metaforica diga si è rotta. Nel penultimo appuntamento del campionato Superbike, Marco Melandri è stato travolgente come un fiume in piena. Inarginabile dagli avversari come dalla sua stessa squadra, il ravennate ha attirato su di sé i riflettori prima regalando la vittoria di Gara Uno al compagno Sylvain Guintoli e poi rifiutandogli il servigio in Gara Due. Aprilia lascia la Francia con 19 punti in meno di svantaggio nella classifica piloti rispetto a Jerez (ora sono 378 per Sykes, 366 per Guintoli, dunque -12 dalla vetta) ed una seria ipoteca sul titolo costruttori dopo la quinta doppietta consecutiva. Ed anche una bella patata bollente da portare con sé nel deserto del Qatar tra un mese, quando verrà assegnato il titolo.

IL BELLO – Con Sykes in vantaggio di 44 punti dopo Laguna Seca, il campionato pareva un discorso ormai chiuso. Invece Aprilia ha trovato la ricetta giusta per riaprirlo: un Marco Melandri in forma smagliante, una RSV4 duttile come non mai, la consueta concretezza di Guintoli e quel pizzico d’acqua che ha mandato in tilt la Kawasaki. Il debutto delle derivate di serie in notturna non poteva avere una premessa migliore…

IL BRUTTO – Per gli amanti dello sport puro, gli ordini di scuderia non hanno senso. Eppure, nei campionati professionistici sono prassi comune. Senza entrare nel merito, sembra sia mancata un po’ di decisione, da parte di Melandri e della squadra. Il primo ha cambiato idea dopo il sacrificio compiuto in Gara Uno, disobbedendo platealmente. Il team invece ha diffuso un ordine inequivocabile dopo aver optato per un semplice “suggerimento” (comunque ignorato) a Jerez. Se il titolo dovesse essere deciso per cinque punti o meno, ci sarà parecchio da discutere.

IL CATTIVO – Per segnalare l’ordine di cedere la posizione è stata apposta una “emoticon” arrabbiata sulla pit-board di Melandri. Una soluzione più elegante del “lose P1” comunicato a Baz, ma anche dalle molteplici possibilità interpretative. Era la rabbia di chi lascia ad altri il frutto del duro lavoro, o quella di chi ha fame di vittoria? Anche lo stesso pilota sembra aver avuto dei dubbi.

LA DELUSIONE – Tom Sykes, una volta, era sempre tra i protagonisti sul bagnato. Non quest’anno, complice un lavoro di sviluppo sulla Kawasaki che ne ha aumentato la duttilità ma anche ridotto le prestazioni sotto la pioggia. A giudicare dalle mille “sbacchettate” e dall’angolo di piega visibilmente inferiore rispetto agli avversari, ci sentiamo di escludere un caso di cosiddetto “braccino”. Se non altro, in Qatar, Sykes sembra destinato a giocarsi il titolo senza nubi in cielo…

LA CONFERMA – Nessuno va forte come Davide Giugliano sulla Panigale – sette prime file, compresa una pole position, in undici gare. Per contro, le cadute in gara sono otto. Il romano non sta certo vivendo un momento facile (quattro ritiri nelle ultime sei gare), ed è il primo ad assumersi la responsabilità. A Magny Cours si era tenuto del margine, ma l’arrivo della pioggia ha vanificato i buoni propositi. In Qatar serviranno calma ed un pizzico di fortuna per invertire la rotta e ritrovare la piena serenità in vista del 2015.

L’ERRORE – Impossibile non citare la scivolata di Lorenzo Savadori, beffato nel rush finale della Stock1000 a poche curve dalla fine. Il cesenate, che ha parlato della possibilità di un guasto tecnico, resta comunque in lizza per un posto in classe regina. Vista la ripetuta sfortuna, prima di rientrare in Italia si consiglia comunque un tappa in un noto luogo di culto.

LA SORPRESA – Che Lorenzo Lanzi abbia poco o niente da invidiare ai piloti a tempo pieno, è ormai un segreto di Pulcinella. Lo scorso anno in Francia, il romagnolo raccolse 13 punti sulla vecchia 1198. Domenica ha fatto di meglio, arrivando a quota 19 (quinto in Gara Due) sulla 1199 (con elettronica 2013, nel suo caso) del team 3C con il quale ha corso da wild-card nell’IDM. Non sarà più giovanissimo, ma non smette di stupire e meriterebbe una cavalcatura per l’intera stagione.

IL SORPASSO – Per usare un eufemismo, il 2014 non è stato il suo anno, ma la manovra all’esterno su Tom Sykes in Gara Due ripaga Leon Haslam di tante delusioni. Il suo posto in Honda non verrà confermato e gli resta da definire la propria futura destinazione (ha offerte dal team Barni ma potrebbe anche optare per una retrocessione nel campionato nazionale inglese), forse anche per questo è apparso “ringiovanito”.

LA CURIOSITÀ – Il circuito di Nevers è stato costruito negli anni ’60 ed è servito come scuola di piloti per vent’anni, prima di cadere in uno stato di abbandono. È tornato sulla mappa delle competizioni negli anni ’90, ma non è certo tra i più amati dai piloti, soprattutto per il clima generalmente tutt’altro che tropicale. La Superbike ha appena rinnovato l’accordo fino al 2020, meglio preparare gli impermeabili. A questo proposito merita un applauso il pubblico locale, accorso in massa domenica nonostante il tempo da lupi.

IO L’AVEVO DETTO – “Ordini di scuderia? Chiedete alla squadra”, schivò Melandri dopo le prove. “Macio” ha preferito lasciar parlare i fatti.

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