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SBK, Magny Cours: Melandri scudiero controvoglia

Il ravennate non rilascia commenti dopo la vittoria regalata. Guintoli: "Capisco, ma al posto suo avrei fatto lo stesso"

Magny Cours: Melandri scudiero controvoglia

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Tanto piovve che tuonò (sic). A Magny Cours, al diluvio in pista ha fatto seguito una tempesta in parco chiuso. Il gioco di squadra imposto da Aprilia a Marco Melandri – con immediata contromossa da parte di Kawasaki – ha innescato le polemiche. Il ravennate ha obbedito ma non ha nascosto il proprio disappunto, lasciando addirittura il podio senza rilasciare commenti al di là di un seccato e laconico “sono stanco”.

A parlare ci ha dunque pensato il compagno di squadra, che ringrazia ed accorcia le distanze da Tom Sykes, ora a 19 punti. A prescindere dal risultato di Gara Due, il titolo si deciderà in Qatar.

“Mi sono sentito a mio agio fin dalla partenza, ed ho cercato di evitare danni visto che diversi piloti sono finiti subito a terra – ha commentato Guintoli – L’Aprilia oggi andava davvero forte, come dimostrano i tempi sul giro. Sia io che Melandri abbiamo accumulato un vantaggio netto. Gli ordini di squadra? Li hanno tutti. Al posto suo, avrei fatto lo stesso per lui. La lotta per il titolo è ancora aperta e noi ci siamo”.

Guintoli, poi, ha sottolineato come “ingaggiare un duello con Melandri sul finale sarebbe stato più rischioso per me, quindi ho alzato un po’ il ritmo. Capisco il dispiacere di Marco, ma non ha accumulato abbastanza punti a inizio stagione. Non è bello da un punto di vista sportivo, ma lo è per lo spettacolo. Spero di arrivare in Qatar con dieci punti o meno di distacco”.

Nell’attesa, ci sarà ancora molto da discutere. Sorprende, anche se relativamente, il fatto che in Aprilia abbiano deciso di imporre ordini di scuderia in Francia ma non a Jerez. Allora, tuttavia, la Casa di Noale non aveva ancora esercitato l’opzione di rinnovo con Melandri, ed è ipotizzabile che il raggiungimento dell’accordo abbia influito sul cambio di politica.

“Non ci sono state discussioni a riguardo prima che arrivassimo qui, ma poi ha gestito la cosa il management, non ne abbiamo parlato io e Marco”, si è limitato a commentare Guintoli.

Da un punto di vista pratico, la scelta della Casa appare indubbiamente sensata. Non è la prima volta che capita. Basti pensare alla posizione ceduta a Max Biaggi da parte di Eugene Laverty in due occasioni (a Mosca e Magny Cours) nel 2012, mossa possa rivelatasi cruciale dal momento che il romano si laureò campione con mezzo punto di vantaggio.

Il motociclismo è uno sport individuale, ma esiste pur sempre una squadra. Oggi ha prevalso la logica della seconda, accettata anche se chiaramente controvoglia da parte di chi si è dovuto sacrificare. A questo proposito, un plurititolato presente nei box di Magny Cours ha fatto notare come “il gioco di squadra ci sta, ma la mossa è stata un po’ troppo plateale, con la faccina sulla tabella ed il gesto di allargare il braccio”. Come a dire, anche l’occhio vuole la sua parte. Dopo tutto, sempre di uno spettacolo si tratta.

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