Non sappiamo che valore dare al meteo bizzarro di Aragon. Da un lato, la pioggia ha catalizzato colpi di scena a non finire nella gara della MotoGP ad Aragon, rendendola una delle più atipiche degli ultimi anni. Dall’altro, non ha certo portato bene ai portacolori italiani, con Iannone, Rossi (in ospedale per TAC dopo un trauma cranico) e Dovizioso ad assaggiare il duro, spietato asfalto. Considerando le cadute anche di Marquez e Pedrosa, la classifica resta praticamente invariata al vertice, e probabilmente anche i valori in campo, ma con qualche riserva.
Dal caos è emerso vincente Jorge Lorenzo, che completa un poker casalingo trionfando sull’unica pista iberica rimasta fino ad oggi tabù per lui (dopo Jerez, Montmeló e Valencia). Al maiorchino va il merito di aver scelto le tempistiche perfette per il cambio moto.
Dopo aver perso progressivamente il contatto con le Honda ufficiali dopo l’intensificarsi della pioggia, Lorenzo ha scelto di rientrare ai box a quattro giri dal termine. A buon diritto: nello stesso momento, Pedrosa cadeva alla prima staccata. Poco dopo, anche Marquez finiva a terra nel cambio direzione della curva 2. Difficile immaginare un modo migliore per il pilota Yamaha di esorcizzare la paura dell’acqua che lo ha ostacolato in qualche occasione dopo il volo dello scorso anno ad Assen. Il primo successo del 2014 si è fatto aspettare, ma forse vale anche di più, perché meritato pienamente.
“Finalmente, dopo tanto tempo, torniamo a vincere – ha detto Lorenzo – È una vittoria significativa, che ripaga di tanti sforzi. Quando ha cominciato a piovere ci sono rimasto male, perché sull’asciutto avevo il passo per stare con Marc e passarlo. Credevo di poter fare al massimo terzo, ma quando ho visto che non rientravano ho provato l’azzardo”.
Un azzardo, col senno di poi, non eclatante. Anzi, visto il peggioramento delle condizioni meteo, era ben più rischioso restare in pista con le slick. In questo senso, forse Pedrosa e (soprattutto) Marquez hanno peccato di superbia. Difficile a dirsi. Una volta tornato in pista con gomme da pioggia, Lorenzo ha guadagnato dai 15 ai 10 secondi a giro. Con due tornate da percorrere e poco più di venti secondi di vantaggio, Marquez era obbligato a provare a resistere per vincere. Come al solito, non si è accontentato di un piazzamento. Ha detto di avere imparato una lezione importante. Tutto sommato, visto il vantaggio in campionato, poteva permettersi l’errore. Tuttavia, è il secondo di fila…
Nel giorno in cui tutti i “big” a parte Lorenzo hanno steccato, sul podio c’è stato spazio per gli outsider. Aleix Espargaró e Cal Crutchlow meritano un plauso per la perseveranza (e la grinta mostrata nel corpo a corpo finale). Per entrambi, il podio di Aragon rappresenta una prima volta: per lo spagnolo, in assoluto. Per il britannico, con Ducati.
“Sono felicissimo anche se è stata una gara dura – ha detto Espargaró – Smith mi ha toccato all’inizio ed ho perso molte posizioni. Quando ha iniziato a piovere nessuno voleva rientrare, quindi ho pensato di farlo io. Ha funzionato”.
“Già stamattina avevamo un buon passo sul bagnato, quindi il podio non è totalmente inaspettato – gli ha fatto eco Crutchlow – Negli ultimi giri, con gomma dura, ho avuto un po’ paura. Ringrazio Ducati per non aver mai mollato, come me. È una buona squadra e non abbiamo mai smesso di crederci. Il contatto con Espargaró? C’è stato, ci sta”.
Se da un lato Iannone e Rossi hanno abbandonato la gara nei momenti iniziali, difficile dire se Dovizioso avesse potuto ambire al podio o alla vittoria. Ovviamente, se fosse rimasto in piedi dopo le cadute di Pedrosa e Marquez, il secondo posto sarebbe stato suo. Tuttavia, il forlivese è caduto prima, quando stava guadagnando un paio di secondi a giro sul terzetto di testa. La Ducati migliora a vista d'occhio, ma sembra ancora concedere un pizzico di margine in meno rispetto ad Honda e Yamaha...