Per l'ennesima volta, il progetto della Dorna di affiancare ai prototipi MotoGP delle moto meno costose, le CRT, proseguito quest'anno con l'introduzione delle Open, è fallito.
Se infatti l'idea delle CRT - Claiming Rule Team - è ormai scomparsa nel dimenticatoio, si va perdendo anche la filosofia che aveva partorito la Open.
Queste infatti avrebbero dovuto essere motociclette costruite e vendute alle squadre ad un prezzo calmierato, che all'inizio si posizionava attorno al milione di Euro. Una cifra che quasi tutti i team avrebbero comunque spalmato in due anni di contratto. Oggi, al contrario, le Open sono semplicemente le moto Factory dell'anno precedente.
Il progetto ha comunque iniziato da subito a fare acqua. Se infatti la Honda è stata l'unica a costruire e vendere le RCV1000R, delle RC213V depotenziate, senza valvole pneumatiche e cambio seamless, la Yamaha ha immediatamente distorto la prospettiva affidando al team Forward le sue M1 dell'anno precedente, mentre avrebbe dovuto affidare loro solo il motore in leasing, lasciandole libere di costruirsi un proprio telaio.
Un cavallo di Troia, evidentemente, visto che il team Forward ha sì avuto un telaio, a fine stagione, disegnato dall'ex FTR Mark Taylor e costruito da Harris Performance, ma Aleix Espargarò ha sempre corso con quello originale Yamaha, più competitivo.
Una mossa, questa, che ha forzato la Honda, in difficoltà a gestire le lamentele dei suoi piloti, a modificare il suo progetto iniziale costringendola ad affidare ai suoi team, Aspar, Cecchinello ed Abraham, per il 2015 una Open rivisitata con i motori in leasing della RC213V con tanto di valvole pneumatiche, ma senza cambio seamless ad un costo stimato in circa 600.000 Euro.
Il completamento del cerchio è arrivato con la conferma da parte di Lin Jarvis che anche nel 2015 la Yamaha affiderà al team Forward le sue M1 complete.
"Se vorrà il team Forward potrà continuare ad utilizzare il suo telaio, altrimenti potrà scegliere di avere, pagandolo ovviamente, il nostro telaio 2014", ha detto il boss della casa di Iwata.
Sarà dunque una Yamaha M1 2014 la moto a disposizione di Stefan Bradl e del secondo pilota, ancora da definire.
In pratica in questo moto Honda e Yamaha si sono assicurate di poter reinserire nel mercato - in leasing ovviamente - le moto che quest'anno sarebbero uscite dal ciclo attivo della competizione. Forward, come secondo team Yamaha, riceverà dunque il vecchio materiale del team Tech 3.
Nel business si è ovviamente lanciata immediatamente anche la Ducati che fornirà ad Avintia le GP14, mentre la sua squadra ufficiale correrà con le GP15 ed il team Pramac probabilmente avrà a disposizione le GP14.2 che correranno nel prossimo fine settimana ad Aragon.
Inutile dire che in questo modo viene ad essere annullata completamente la filosofia del progetto Open che puntava alla proprietà della moto, che così alla fine della sua (lunga) vita avrebbe potuto essere addirittura venduta ad un collezionista, consentendo un recupero finanziario.
Ovviamente non ci sarà alcuna riduzione dei costi, mentre la maggiore competitività dei team meno abbienti sarà una mera fantasia da proporre agli sponsor.
L'unico sistema che può garantire una maggiore competitività dei team privati con a disposizione budget importanti, sarebbe l'affitto degli stessi motori, magari congelati, a disposizione delle stesse case. Un obiettivo raggiungibile nel prossimo futuro con l'introduzione di centralina e software unico. Ma vedrete che le Case troveranno egualmente la soluzione per fare cassa senza avere tra i piedi altri avversari escluso loro stessi.