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Ducati, Passione Italiana: la storia, il mito

Il mondo Ducati in una opera in otto volumi in edicola a partire dal 18 luglio

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L'unica cosa che accomuna i Gran Premi di  F.1 e del Motomondiale è il colore rosso. Sono rosse le colline e gli spalti delle tribune davanti al rettilineo di partenza. Bandiere, drappi, striscioni. Il colore come simbolo di appartenenza.

E se vi capita di fare un giro da quelle parti, soprattutto lungo le curve, vi sarà difficile distinguere i semplici appassionati dai membri delle squadre perché vestire il marchio del cuore rappresenta un’identificazione profonda che si riflette in due fedi: ferrarista o  ducatista.

Gli uomini e le donne che si fanno trascinare da questa fede sono un esercito in tutto il mondo, e se la gloriosa casa automobilistica è identificata dalla figura mitica di Enzo Ferrari, per la Ducati la questione è più complessa e non riducibile alle sole scelte tecniche spesso profondamente innovative, o controcorrente, come la distribuzione Desmodromica, i telai a traliccio o scatolati con motore portante e il layout dei propulsori rigorosamente a L di 90°.

Scelte fatte inizialmente da una vera e propria icona della tecnologia rossa a due ruote, l’ingegner Fabio Taglioni,  noto all'estero come 'Dr. T', in Ducati nel 1954 e fino al 1984.

Un uomo complesso, Taglioni, in cui il genio motoristico e la passione per la competizione sorprendentemente conviveva con quella, assai più delicata, della coltivazione delle orchidee.

Probabilmente è stata questa dicotomia tra il feroce spirito competitivo della piccola Casa italiana e la inusuale sensibilità floreale del “Creatore” a dare vita a questa passione.

Per questo sia la Ducati che i Ducatisti si identificano in un motto: 'puri e duri'.

Ed è così che la sede della fabbrica di  Borgo Panigale è diventata un luogo di pellegrinaggio per gli appassionati delle due ruote, tanto quanto Maranello lo è per quelli delle quattro.

Guidare una Ducati non è più, o non è solo, l’espressione della propria passione per le motociclette, quanto la dimostrazione della propria fede.

Ed è questo che i Ducatisti in un certo senso tifano solo di riflesso i piloti che guidano queste meraviglie tecnologiche del made in Italy.

In realtà il loro cuore batte per “la moto”, chiunque la guidi.  E chi la guida deve dimostrare, per rendersi degno di un tifo che non ha eguali, passione, dedizione e spirito sportivo.

Immancabilmente questa passione bruciante è diventata un libro, anzi una collana (edita dalla Gazzetta dello Sport) che in tre parole sintetizza tutto quanto rappresenta la Casa bolognese:Ducati-Passione italiana.

La Ducati ha aperto alla Gazzetta e ai suoi inviati non solo le porte dei reparti produzione, ma anche quelle più nascoste delle progettazione e dell'inviolabile Reparto Corse e ne sono venuti fuori otto volumi dai contenuti inediti, tali da esaudire la curiosità non solo dei fanatici del marchio, ma anche in grado, probabilmente, di attirare nuovi tifosi alla Nazionale Rossa delle due ruote. E non solo italiani, perché la Ducati è davvero un marchio profondamente amato in tutti i continenti.

Il format è quindi quello di volumi monotematici e bilingue (italiano ed inglese).

All'interno ci sono fotografie inedite, schede tecniche, schizzi dei prototipi, e testi curati dalle firme più importanti della Gazzetta dello Sport.

L'opera uscirà in edicola con cadenza settimanale, a partire dal 18 luglio per finire con l'ultima il 5 settembre ma si potrà trovare anche al World Ducati Week che incomincia proprio oggi a Misano.

Per conoscere tutte le uscite, avere maggiori informazioni e acquistare i volumi on-line, consultate lo Store Gazzetta.

#DucatiPassioneItaliana

 

 

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