Sotto l'egida di Gigi Dall'Igna, il Reparto Corse Ducati sta lavorando duramente per riportare la Rossa sul gradino più alto del podio, tanto in MotoGP quanto in SBK. I passi avanti sono evidenti: nel 2014, la D16 ha fin qui raccolto due podi, ai quali vanno sommati i cinque della Panigale (3 di Chaz Davies, 2 di Davide Giugliano). I mondi dei prototipi e delle derivate di serie non sono in fondo così lontani e separati, e lo scambio di informazioni per una Casa impegnata su entrambi i fronti può diventare fondamentale.
L'ultimo esempio in ordine di tempo è il nuovo software della Panigale, nato per la MotoGP e poi applicato alla SBK, prima nei test del Mugello poi in gara a Portimão, con risultati incoraggianti. "Nasce da una filosofia completamente diversa rispetto a quello precedente, che ottimizza l'intero sistema – ha raccontato il responsabile del progetto Ducati SBK, Ernesto Marinelli – Rispetto alla MotoGP, ci sono molti sensori in comune, ma ovviamente cambia la taratura. Le quattro aree fondamentali sono: la gestione del ride-by-wire, anti-spin, anti-impennamento, e freno motore".
Il "porting" del software è stato effettuato con successo, tanto che Marinelli ha spiegato come il livello raggiunto in Portogallo rappresenti già l'"80/90%" del potenziale. "Ma abbiamo portato anche aggiornamenti di motore, piccoli componenti che ne armonizzano il funzionamento, oltre a qualche particolare di ciclistica (per ovviare ai problemi di trazione con temperature alte, nda). È uno sviluppo a 360 gradi, e porteremo novità anche a Laguna Seca e poi a Jerez".
In attesa del prossimo anno, quando la Panigale si presenterà molto probabilmente come la moto da battere in virtù di un regolamento che – soprattutto dal punto di vista del motore – compie un passo marcato verso la produzione. A Borgo Panigale, però, hanno più fretta.