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SBK, Portimão: il Bello, il Brutto, il Cattivo

Sykes a fasi alterne, ma Aprilia spreca l'occasione. Rea capitano coraggioso, Ducati cresce

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Il tracciato di Portimão, con i suoi cambi di pendenza, è stato spesso definito un "ottovolante" dai piloti della Superbike. Agli alti e bassi fisici, tuttavia, hanno fatto da contraltare quelli agonistici. Con quattro Costruttori diversi a dividersi il podio in due gare tra asciutto e bagnato, ne è uscito vincitore ancora una volta Tom Sykes, all'attacco sotto il sole e ragioniere con la pioggia, in fuga in classifica a +43.

Uno stoico Jonathan Rea ha sfruttato ogni occasione, riportando sul gradino più alto la Honda in quella che potrebbe essere l'ultima stagione del nordirlandese tra le derivate di serie. A podio anche le Ducati ufficiali, che invece guardano al futuro con speranza sulla scorta di un regolamento teoricamente favorevole. Discorso opposto per Aprilia, che oltre al danno ha subito la beffa dell'incidente in Gara Due tra Marco Melandri e Sylvain Guintoli, un episodio destinato a far discutere e dai risvolti tutt'altro che scontati.

IL BELLO – I copioni della Superbike sono sempre ricchi di sorprese, ed a Portimão non sono mancati i colpi di scena in entrambe le gare. Nella seconda, Jonathan Rea ha conquistato il quarto successo dell'anno in corso, eguagliando il proprio record personale (risalente al 2012) con dieci manche ancora da disputare. Il nordirlandese è indubbiamente tra i piloti più forti delle derivate di serie, e da tempo lotta praticamente alla pari nonostante un pacchetto tecnico non propriamente di ultimo grido. Honda ha fatto grandi sforzi per metterlo in condizione di esprimersi al meglio, ma recuperare il gap da Aprilia e Kawasaki non è un impresa facile. Lui stringe i denti, capitalizza ogni occasione e porta a casa il massimo quando ha il vento contro. Un capitano vero che però, dopo anni controcorrente, presta sempre più l'orecchio alle sirene della MotoGP. A 27 anni compiuti, potrebbe scegliere di rifare carriera nella flotta della MotoGP, prima su una Honda Open, poi chissà…

IL BRUTTO – Il nuovo formato televisivo della Superbike, con Gara Uno al mattino e la seconda nel primo pomeriggio, ha suscitato opinioni variegate tra pubblico e addetti ai lavori. A prescindere dalle sue potenzialità mediatiche, che riteniamo interessanti (soprattutto con le derivate di serie rimaste le uniche visibili in chiaro), gli orari TV di Portimão sono cambiati ancora una volta, ritornando al passato: Gara Uno all'una, Gara Due alle quattro. Va bene evitare di competere con la Formula Uno (comunque visibile solo a pagamento), ma in questo modo il pubblico da casa come fa ad abituarsi?

IL CATTIVO – A cinque giri dal termine di Gara Due, Guintoli ha tentato l'attacco all'interno del compagno di squadra Melandri alla Curva 5, un tornante a sinistra con ingresso in discesa e molte buche. I due stavano andando a prendere Rea, rispetto al quale avevano un passo nettamente superiore. L'anteriore del francese però ha ceduto proprio quando la sua RSV4 affiancava quella del ravennate. Il resto è storia, ma gli strascichi di quello che rimane un classico quanto sfortunato incidente di gara rimangono da verificare. Guintoli (sinceramente addolorato per l'accaduto) rimane ormai l'unico dei due piloti Aprilia in lotta per il titolo (-43 da Sykes), ma Melandri non ha nascosto il proprio disappunto per il suo attacco garibaldino (e forse eccessivamente affrettato), evidenziando una scarsa propensione ad adempiere ad eventuali ordini di scuderia, che ieri non ci sono stati. Una patata bollente tutt'altro che gradita per la Casa di Noale, che deve ancora decidere se e come ribadire il proprio impegno in SBK alla luce di un regolamento che ne minaccia seriamente la supremazia tecnica…

LA DELUSIONE – Portimão, pista amica durante i test invernali, doveva essere il luogo del rilancio di Eugene Laverty e Suzuki. Invece l'irlandese vice-campione, che correva con un metatarso del piede fratturato, ha raccolto solo un ottavo e nono posto. Il pilota ammicca da tempo alla MotoGP, ma con questi risultati è difficile sedurla. E intanto il rookie Alex Lowes (quarto in Gara Due) si fa progressivamente più ingombrante.

LA CONFERMA – La Panigale cresce come una pianta. Bagnata dalla pioggia, la Ducati è salita sul podio con Giugliano e Davies. Due rosse sul podio non si vedevano da Misano 2012, ma il vero banco di prova resta l'asciutto. Tecnicamente parlando, molto bolle in pentola a Borgo Panigale. Se la squadra non vede l'ora di scendere in pista Laguna Seca, un motivo ci sarà…

Una garanzia anche Ayrton Badovini sul bagnato, nono in Gara Due e primo pilota EVO su una Bimota che va a gonfie vele in pista ma rema controcorrente per ultimare i preparativi per l'omologazione. Perderla dalla griglia, dove è stata portata con un cambio regolamentare in corso avallato da FIM e Dorna, sarebbe a questo punto un vero peccato. Nel caso dovesse succedere, non sarebbero però la Casa riminese o Alstare a fare una brutta figura.

L'ERRORE – Oltre al già citato incidente tra Guintoli e Melandri, anche Haslam e Davies hanno unito le rispettive carene nella prima manche. "Prendo il 50% della colpa per aver lasciato uno spiraglio", scrive con sportività il gallese. Fair play, di quelli veri.

LA SORPRESA – Sylvain Barrier, su BMW EVO, ha mancato la seconda fila in Superpole per poco più di mezzo secondo. Senza nulla togliere al talento e coraggio del francese, in pochi si sarebbero aspettati prodezze simili a pochi mesi da un incidente che poteva costargli la vita. La sua gioia di correre è contagiosa, l'immagine di una bella favola a lieto fine.

IL SORPASSO – Ne ha provati tanti Melandri in Gara Uno su Baz, senza però andare a segno. Una scelta sbagliata di gomme (ha usato mescole più dure dei propri avversari) ha penalizzato il ravennate, che però ha ripreso stabilmente a lottare come un leone. Forse più tardi di quanto molti si aspettassero, ma sarebbe ingeneroso affibbiargli ulteriori colpe. La fortuna solitamente aiuta gli audaci, ma ultimamente per lui sembra fare un'eccezione.

LA CURIOSITÀ – Il terzo posto di Chaz Davies in Gara Due è il primo podio del gallese sul bagnato in SBK (per lo meno su un'intera distanza di gara). Ma i britannici non erano i maghi della pioggia? Solitamente sì, ma lui è cresciuto nelle "giovanili" in Spagna…

IO L'AVEVO DETTO – "Con la pioggia, è impossibile sbagliare gomma", aveva ironizzato Melandri prima di Gara Due. Nelle corse, però, non si è sempre padroni del proprio destino.

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