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SBK, Melandri: pista lenta, Aprilia veloce

Cinque marche diverse nella Top 5. Laverty lotta contro il dolore, Giugliano contro il tempo

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Il venerdì di prove libere della SBK si è svolto all'insegna dell'equilibrio. Cinque piloti rappresentanti di altrettanti diversi costruttori sono in cima alla classifica dei tempi, separati da soli tre decimi. Il più veloce, con un tempo di 1'43.880 siglato nella FP1, è stato Marco Melandri. Il ravennate, reduce da quattro podi consecutivi su Aprilia, ha quindi confermato le sensazioni positive che lo hanno accompagnato a Sepang e Misano.

"È stata decisamente una buona giornata – ha detto con convinzione Melandri – Nel pomeriggio le condizioni erano nettamente diverse rispetto al mattino, con vento forte e asfalto molto caldo. Per questo motivo ci siamo concentrati su prove di gomme…viste le nuove soluzioni disponibili la scelta non è più così scontata. Il passo di gara per ora è alto, su 1'44 basso, perché la pista è molto più rovinata rispetto a quando siamo venuti a gennaio per i test. Vedo tanti piloti competitivi e qui, di solito, i tempi durante le gare si abbassano parecchio, quindi è indispensabile farsi trovare pronti".

Se il secondo posto di Tom Sykes (+0.047) non sorprende, lo stesso non si può dire per il terzo (+0.059) di Jonathan Rea, che ha rialzato la testa dopo due round in salita, passati a lottare contro problemi al controllo trazione della sua Honda.

"Mi sembra di aver fatto più passi avanti qui in un giorno che in tutto il fine settimana a Misano – ha dichiarato Rea In parte perché siamo stati molto più coraggiosi a provare cambiamenti. La pista mi piace e so cosa mi serve per andare veloce qui. Abbiamo lavorato a lungo sull'usura, facendo molti giri con la stessa gomma tra mattina e pomeriggio, quando fa più caldo, per capire meglio il comportamento nelle ipotetiche condizioni di gara. L'aderenza della pista è molto bassa, anche se comparata a quella trovata a gennaio, quindi i tempi sono ancora alti. Ma essere così vicini dal primo giorno è indubbiamente positivo".

Al quarto posto (+0.267), uno stoico Eugene Laverty su Suzuki, già sugli scudi in Portogallo durante i test invernali (fu secondo alle spalle del compagno Alex Lowes) e vicino ai rivali nonostante corra con un piede fratturato (al quinto metatarso).

"Credo che la nostra prestazione di oggi sia dovuta a due fattori – ha analizzato Laverty Primo, la poca aderenza della pista non ci influenza perché, semmai, con questa moto a volte abbiamo il problema opposto. Inoltre, la configurazione del tracciato consente ai piloti di fare una maggiore differenza rispetto a circuiti come, per esempio, Misano. L'unica nota negativa resta il piede, nelle staccate in discesa soffro ancora molto e non riesco a spingere sulle pedane come dovrei".

Chaz Davies completa la top 5 in sella alla Ducati Panigale. Il gallese si è concentrato su alcuni aggiornamenti di elettronica, che a sua detta "ha funzionato bene, e stamattina abbiamo girato con la soluzione di gomma più dura per capire alcune cose sulla mia moto, per poi concentrarci sulla gomma da gara. Abbiamo ancora difficoltà nell'ultimo settore a causa dei rapporti, e stasera lavoreremo principalmente su questo".

Più attardato il compagno di squadra Davide Giugliano, decimo (+0.982) anche a causa di problemi elettronici che lo hanno tenuto a lungo ai box al mattino, di fatto facendogli perdere la FP1.

"Abbiamo fatto delle modifiche positive, ma con una sessione in meno era difficile recuperare tutto il distacco dai primi – ha affermato il romano – Sono partito con un setting più simile a quello di Misano che quello trovato qui nei test. Domani proveremo a muoverci in quella direzione per recuperare il distacco. Il problema principale restano le sconnessioni dell'asfalto, la moto rimbalza e si muove molto".

 

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