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SBK, Laverty: pensiero Ducati, aspettando Crutchlow

L'irlandese, oltre a Suzuki, punta alla D16 di Pramac. "Ottimo rapporto con Dall'Igna"

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Il mercato piloti della Superbike è in mano a…Cal Crutchlow. Si tratta, ovviamente, di una provocazione ma resta il fatto che l'opzione (a favore del pilota) che lega il britannico a Ducati anche per il prossimo anno, da esercitare entro fine luglio, alimenti le speranze di diversi piloti e possa innescare un piccolo effetto domino.

"La MotoGP mi interessa, come ho sempre detto, ma la palla è in mano a Cal", ha detto Eugene Laverty, già autore di test sulla Suzuki MotoGP, aggiungendo: "Oltre a Suzuki, ho avuto contatti con Ducati (già lo scorso anno era pronto un posto in Pramac per lui, poi occupato da Hernandez). Con Dall'Igna ho ancora un ottimo rapporto dopo i due anni passati insieme in Aprilia, e se si liberasse una moto sarei interessato".

Lo scenario indicato dall'irlandese è quantomeno plausibile, e prevede i seguenti passi: Crutchlow decide di uscire dal contratto con Borgo Panigale (passando, molto probabilmente, a Suzuki), il suo posto nel team ufficiale viene preso da Andrea Iannone (ben visto da Casa e sponsor), lasciando vacante la terza D16 factory in dotazione a Pramac.

"È ancora troppo presto per prendere alcuna decisione – ha aggiunto Laverty – Al momento però in SBK le Kawasaki hanno un grande vantaggio in Superbike, e probabilmente rimarranno le moto di riferimento anche l'anno prossimo. Con Suzuki (con la quale il pilota è in scadenza, nda) sapevo che sarebbe stata una sfida, ma ho avuto anche sfortuna. Oltre a vari problemi tecnici, in Malesia ho rotto il quinto metatarso del piede facendo leva sulle pedane. A Portimão però nei test siamo andati forte (insieme a Lowes, fecero primo e secondo, nda), quindi ripartiremo dalle basi sperando di ritrovare la giusta competitività".

Laverty, in ogni caso, non è il solo ad ammiccare al motomondiale. Tom Sykes è anch'esso in scadenza di contratto, ma dispone attualmente del pacchetto tecnico di riferimento e, se le sue richieste economiche verranno accolte, resterà con Kawasaki. Jonathan Rea, invece, sta vivendo una stagione a fasi alterne con Honda. A Donington si presentò da capo-classifica, per poi soffrire sia sul circuito di casa che nelle tappe successive, in Malesia e a Misano. Il nordirlandese debuttò con successo in MotoGP come sostituto dell'infortunato Casey Stoner nel 2012, e la Casa di Tokyo non lo ha dimenticato.

Pare che per lui sia pronta una Open (che dovrebbe presto disporre di aggiornamenti importanti, come la distribuzione a valvole pneumatiche), o con Aspar o con Gresini. Inizialmente, Rea aveva glissato sulla possibilità dal momento che le cose andavano a gonfie vele in SBK. Ora, tuttavia, potrebbe tornare sui suoi passi.

"Bisogna capire se nel 2014 potessi fare una stagione a lottare ai margini del podio con qualche exploit qua e là, come più o meno sta succedendo ora, o se sia possibile puntare più in alto – ha analizzato ReaQua in SBK, non ci sono molte alternative. Credo che sia Kawasaki che Aprilia resteranno con gli stessi piloti, e quelli di Ducati hanno un biennale. Andare in MotoGP su una Open essere una scommessa, ma è ancora troppo presto".

A onor del vero, sia il posto di Alvaro Bautista che quello di Stefan Bradl sono tutt'altro che sicuri. Il numero dei pretendenti, però, supera di gran lunga quello delle moto a disposizione.

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