Ormai di loro rimane solo il ricordo, della loro voce e del loro profumo. Sono stati gradualmente abbandonati e ormai sono solo più oggetto delle discussioni degli appassionati, con gli occhi lucidi davanti a una birra. Stiamo parlando dei motori a due tempi, estromessi dal Mondiale in favore dei fratelli a quattro tempi. Più puliti, perfetti ma anche con meno fascino.
Ogni tanto, però, le ‘vecchie’ moto ruggiscono ancora in pista e anche i piloti più giovani non perdono l’occasione di provare quelle emozioni che l’età non gli ha concesso. Così Stefan Bradl è volato da Assen al Sachsenring e ha trovato ad attenderlo, sulla linea di partenza, la Honda 250 che papà Helmut aveva guidato nel 1991. Il pilota tedesco e la moto giapponese sono quasi coetanei (Stefan è nato nel 1989) e insieme hanno deliziato il pubblico presente.
È andato ancora più indietro nel passato Bradley Smith, che ha preso parte al Festival of Speed a Goodwood. L’inglese domenica ha potuto guidare una delle moto mitiche del motomondiale, la Yamaha 500 con cui Kenny Roberts vinse il suo terzo titolo nel 1980. Piloti giovanissimi e moto di altri tempi, con una bellezza che le giovani leve dimostrano di sapere apprezzare.