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MotoGP, Marc Marquez, l'evoluzione della specie

A Barcellona Rossi e Lorenzo nella tana del lupo ma su una pista favorevole alla Yamaha

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Un terzo di campionato ormai è già alle spalle ed è stato archiviato sotto un solo nome, quello di Marc Marquez. Il baby campione ha smesso di gattonare da un pezzo in MotoGP e si è lanciato in una corsa a un passo che nessuno è in grado di tenere. Sei vittorie, sei pole position e (bontà sua!) quattro giri più veloci in gara, il risultato sono 150 punti in classifica, 53 più di Rossi, 54 di Pedrosa e 85 di Lorenzo. Il piccolo diavolo potrebbe guardare dalla tv due Gran Premi e tornare ancora in testa alla classifica, numeri che dicono – con il campionato ancora al giro di boa – che il titolo, più che vincerlo i suoi avversari, può solo perderlo lui.

Il Marc versione 2014, nonostante abbia saltato quasi completamente i test invernali, è una macchina da vittorie. Rispetto alla stagione di debutto, sembra avere smussato tutti i punti deboli. Niente più errori per trovare il limite o esperimenti il venerdì per trovare la messa a punto. È tutt’uno con il suo box, ha le idee chiare su quali siano le scelte da prendere e non ne sbaglia una. Nell’inverno ha curato il fisico, mettendo su un po’ di muscoli che non guastano mai, e ha preso coscienza delle sue possibilità.

La tappa del Mugello, per sua stessa ammissione, l’aveva segnata con un cerchio rosso. Era una prova per se stesso e non l’ha fallita nonostante abbia ritrovato in pista il suo primo rivale, Lorenzo. Vincere il GP di forza, su una pista difficile, non ha fatto altro che dargli maggiore fiducia e ora sembra veramente inarrestabile. Se vincesse anche a Barcellona, metterebbe in bacheca anche un altro record, quello di più giovane pilota a centrare sette successi consecutivi nella classe regina. Primato attualmente nelle mani di Rossi.

Jorge Lorenzo e Marc MarquezIl Montmeló è un altro di quei circuiti che Marquez aspetta con ansia. Nelle ultime due edizioni è stato terreno di caccia per Lorenzo e la Yamaha e Valentino, nella sua carriera, vi ha vinto ben 9 volte. Saranno loro i due rivali più pericolosi in casa del campione. Jorge, in Italia, sembra essere riuscito a dare una svolta alla sua stagione. Ha perso il confronto diretto con il rivale, ma nel migliore dei modi possibili: lo ha fatto sudare, rischiare e solo in volata si è dovuto arrendere. La M1 sulle curve del GP di Catalogna sarà una compagna veloce e il maiorchino non vuole fallire anche al secondo tentativo.

Da parte sua, il Dottore si ritrova secondo nella classifica mondiale, anche se con un distacco pesante. La crescita in queste prime gare c’è stata, ma manca ancora qualcosa. Innanzitutto il sabato, perché nonostante Rossi sia salito per quattro volte sul podio in sei gare non è mai partito dalla prima fila. Nella moderna MotoGP è un difetto grave, capace di compromettere l’intera gara. Se ne è accorto anche al Mugello ed è proprio dalle qualifiche che deve ripartire.

Difficile estromettere completamente dai pronostici della vigilia anche Pedrosa. L’operazione all’avambraccio non è andata come ci si aspettava e il recupero è più lungo di quanto immaginato ma Dani è atteso a un colpo di reni. Lo scorso anno era finito secondo a Barcellona, davanti a Marquez, e il GP di Casa (Sabadell è a pochi chilometri dal circuito) potrebbe essere l’occasione per cambiare ritmo.

Tante speranze a fronte di un’unica certezza, Marc sarà ancora il punto di riferimento per tutti.

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