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MotoGP, Lorenzo: ecco come sono risorto

"La ritrovata forma fisica mi ha dato la fiducia per lottare, e la Yamaha è più forte in staccata"

Nello sport, non vince sempre il più forte. Chi vince, lo diventa. Ma il secondo posto, per quanto mostrato in pista al Mugello, non sembra rendere giustizia alla prestazione di Jorge Lorenzo. Sul campo dove aveva vinto nelle ultime tre edizioni, il guerriero è risorto come l'araba fenice. Troppo tardi per pensare di riprendere (salvo imprevisti) Marquez, ma non per ritrovare sé stessi. Dal Mugello, Lorenzo è uscito a testa alta, lottando ad armi pari con il connazionale, battuto ma non sconfitto.

"Quando va così vicini alla vittoria, non si può essere contenti del secondo posto", ha commentato, con un sorriso bonario. "Non è la stessa cosa, ma sono comunque contento del passo avanti. Sono più forte fisicamente e mentalmente, e la vittoria arriverà presto".

In pista, il maiorchino e Marquez sono stati protagonisti di una "scazzottata" memorabile sia per il pubblico che probabilmente per loro, visto l'abbraccio sincero in parco chiuso. I due non si amano ma, quasi certamente, dopo oggi si stimano di più.

"Non credo sia giusto dire che oggi la moto abbia contato più del pilota. Marc è stato magnificoè l'elogio al vincitore – Dani, un grandissimo pilota, ha la stessa moto ma è arrivato quarto. Oggi la Yamaha andava sicuramente bene, oltre alla mia sul podio c'era anche quella di Valentino. Ci mancava solo un po' di velocità di punta per evitare che Marc mi riprendesse sempre in rettilineo".

Quella di Lorenzo però non è una lamentela. Anzi, i maiorchino non ha lesinato un pubblico elogio per la Casa di Iwata, con la quale sta cercando di ripristinare un rapporto ottimale. "La moto ha fatto passi avanti in frenata. Lo scorso anno battevo Marquez solo grazie alla velocità in percorrenza di curva, oggi nel 60% delle staccate potevo giocarmela. La mia strategia era quella di scappare e, se non avesse funzionato, provare a fare la differenza appunto in frenata".

La stoccata alla Bridgestone, seppur velata, non è invece mancata. "Ci ha promesso che le gomme sono le stesse dello scorso anno, e dobbiamo credergli, ma l'aderenza era inferiore. Non so se sia a causa della gomma lasciata dalle Dunlop di Moto3 e Moto2, oppure del litro in meno di benzina nel serbatoio. A prescindere, la moto è più nervosa ed il posteriore pattina maggiormente".

Ciò che conta di più per Lorenzo, a questo punto, è la consapevolezza di poter vincere. Nessuno ha messo il campione in carica così in difficoltà fin qui nel 2014.

"Oggi non c'era margine di errore, ma Marc non mi è parso totalmente al limite – ha però avvertito Lorenzo – Un secondo posto comunque va bene per confermare la nostra crescita. I risultati vengono dall'anima. Tutto considerato, sono più competitivo che a Jerez e Le Mans. Credo fosse evidente, e spero che lo sia ancora di più al Montmeló. Abbiamo più armi per lottare con Marc, e sbatteremo la testa finché non troveremo qualcosa che ci dia i decimi mancanti, e non ci possa riprendere in rettilineo".

"Mens sana in corpore sano", scriveva Giovenale. Secondo Lorenzo, "quando il tuo corpo è più forte, lo è anche la tua mente. Ho fatto molto cardio e la preparazione fisica mi ha dato la fiducia giusta per combattere. La vera differenza è stata quella, ma ci tengo anche a ringraziare Yamaha per i progressi fatti. Ci aspetta qualche pista teoricamente favorevole, vedremo di sfruttarla al meglio".

Lo spartano ha indossato nuovamente l'elmo, radunando le sue armate. La spedizione contro il giovane imperatore è appena cominciata. Il ritorno sarà con lo scudo, o sullo scudo.


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