Tu sei qui

MotoGP, Biaggi: ecco perché torno a guidare

Max: "Non aspettatevi il tempone, non guido da un anno. Il segreto? La mia  meticolosità"

Biaggi: ecco perché torno a guidare

Il progetto che porterà l'Aprilia a tornare in MotoGP prende forma ed il primo segnale visibile è il test di Max Biaggi al Mugello in sella alla ART.

Se, infatti, la prova che il Corsaro effettuò nel giugno scorso in sella alla Ducati-Pramac fu poco più che uno sfizio, questa assume un contorno più definito. A spiegarcelo è stato lo stesso Max poche ore prima di tornare in sella.

"Tutto è nato dalle difficoltà di sviluppare questa moto, dopo che l'obbligatorietà di montare la centralina unica Marelli ha chiaramente svantaggiato l'Aprilia - spiega Biaggi - il team Ioda, infatti, non ha praticamente fatto test, mentre la Ducati si è avvantaggiata all'ultimo momento del cambio regolamentare sfruttando i vantaggi della Open in termini di sviluppo motori e carburante, ma con il proprio software. Tutti sappiamo che fare sviluppo durante le gare è troppo complesso, così parlando con Romano Albesiano è nata l'idea di questa prova".

Un test che ha ottenuto un eco mediatico superiore alla prova di Superbike di Imola.

"Mi ha fatto piacere, ovviamente, ma ci tengo a dire che non ho alcuna pressione addosso, o chissà che pretese. Non vado in moto da un anno esatto e nel frattempo ho fatto tutt'altro. Sarebbe impensabile chiedermi di fare dei tempi o cose di questo genere. Certo, conosco benissimo la RSV-4, dalla quale la ART deriva. L'ho vista crescere ed ho contribuito a svilupparla. E poi il legame con l'Aprilia è ancora molto forte ed è questo il motivo per cui possono nascere collaborazioni come questa in ogni momento".

Dunque non c'è una specie di 'richiamo della velocità'. Non è che non riesci a stare senza i 300 all'ora?

"No, non direi che la spinta è questa. Progetti al momento non ce ne sono, ma l'Aprilia vuole tornare in MotoGP, lo ha detto il Presidente, ma è presto per dire se continuerò con i test o farò dell'altro".

Cosa ti aspetti dalla ART?

"Una moto molto lontana dalla RSV-4, ma con il suo DNA. Le differenze sono molte, non è solo questione di centralina e software. Guiderò con gomme Bridgestone, i freni sono in carbonio. Non è una Superbike".

Salirai in moto e sarà come se non ne fossi mai sceso?

"Certo che no. E' passato un anno e lo so benissimo. Non farò il tempone. Il mio punto di forza rimane la meticolosità, che è anche una mia peculiarità. Farò il lavoro che ci si aspetta da me, quello che ho sempre fatto e che non molti, anche in attività, riescono a fare. Altrimenti saremmo tutti campioni e collaudatori".

Che Aprilia hai visto ad Imola?

"Una moto competitiva, sempre nei primi tre, spesso con Guintoli".

E di Laverty lasciato a piedi?

"Ah, questa è una domanda che va fatta a chi lo ha deciso ed ha scelto i piloti. Non a me".

Articoli che potrebbero interessarti