Piloti non lo si è per un giorno, ma per tutta la vita. La maestria nel domare i cavalli, giocarci tra carezze e colpi "di sperone", una volta sviluppata, non si può dimenticare. Un po' come andare in bicicletta. Il tempo intacca i muscoli ed i riflessi, affievolisce la voglia di competere, ma raramente toglie il gusto della velocità.
Lo sa bene Carlos Checa. A 41 anni (farà i 42 ad ottobre), il "Toro" si sta godendo un meritato "buen retiro". Tra i vari impegni con i quali occupa il tempo libero, non è mancata una visita al paddock della Superbike ad Imola, dove è stato accolto come un semidio da tifosi ed un caro amico dagli addetti ai lavori. Il suo sorriso ed i modi gentili non sono cambiati, semmai si nota solo qualche capello bianco in più…
"Partecipo a diversi eventi insieme a Ducati – ha detto Checa, diventato brand ambassador della Casa di Borgo Panigale dopo il ritiro – Ma sono qui per piacere personale, non per impegni lavorativi. Imola è come una seconda casa, ed il paddock come una seconda famiglia".
Che sensazioni ti dà?
"È strano, dopo tanti anni di carriera, ripercorrere con la memoria tutti i successi ed i fallimenti, le lezioni apprese e la gente incontrata sul tuo cammino. Mi sono reso conto di avere stretto relazioni davvero strette con tante persone. Essere qui da visitatore e non da pilota è un esercizio mentale".
Come passi il tempo ora?
"Mi piace fare tanto sport, anche se l'anca infortunata mi dà ancora qualche problema. Ultimamente mi sono concentrato sul ciclismo, e sto cercando di prendere la licenza da pilota di ultra-leggeri. Ho l'esame lunedì, e già Melandri (altro appassionato, nda) è lì che scalpita per volare insieme (sorride)".
In moto ci vai ancora?
"Certo, ma non in pista. Ho fatto qualche uscita con la mia Diavel e sulla moto da trial. L'istinto è rimasto intatto".
La prossima settimana al Mugello proveranno Biaggi sull'Aprilia ART e Bayliss sulla Ducati SBK. Non ti viene voglia di imitarli?
"No, credo che la mia vita nelle corse sia come un libro, del quale è già stata l'ultima pagina. Con questo non voglio giudicare gli altri. Semplicemente, non ho più l'entusiasmo necessario per fare dei test e sviluppare una moto. Dopo tanti anni, correre fa parte del mio DNA, ma lo farei solo per divertimento personale".
Con il rischio però che torni la voglia…
"No, perché per fare il pilota bisogna allenarsi duramente e fare molto più lavoro di quello che si vede nelle foto o nei filmati. Mi sto godendo il ritiro. Si vive una volta sola e ci sono tante cose da scoprire. Essere qui, osservare questo mondo dall'esterno, godersi le corse su una sedia, è già bello così".
Come vedi il campionato in corso?
"Credo che Sykes sia il favorito, ed anche Melandri e Guintoli hanno grandi potenzialità. In cuor mio, preferirei che fossero altri a vincere ovviamente. Ducati sta andando molto bene. La moto è migliorata sia dal punto di vista del motore che dell'elettronica, e sia Giugliano che Davies sembrano a loro agio in sella".
Anche lui in borghese. Questo non vuol dire che non tornerà in pista. Solo, per puro divertimento.