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MotoGP, Jerez: il bello, il brutto, e il cattivo

Marquez imprendibile ma Rossi dà ancora spettacolo. Ducati a due facce. Italia OK in Moto3

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Preferite il novello o un vino invecchiato? Fate la vostra scelta intanto la cantina di Jerez ne ha avuto per tutti i gusti. Il frizzante di Marquez e lo strutturato di Rossi, gemelli diversi che emozionano. I sommelier del motociclismo ringraziano, mentre sanno di tappo le prestazioni di Pedrosa e Lorenzo. Forse solo una bottiglia sbagliata, vedremo a Le Mans se basteranno due settimane di ossigenazione. È pronto da bere invece Fenati e l’ultima vendemmia promette anche altri buoni vini italiani. Stanno lavorando anche nella cantina di Borgo Panigale, ai forlivesi il gusto sta piacendo mentre gli inglesi – si sa – preferiscono la birra.

IL BELLO – Una Yamaha a infastidire sua maestà Marquez in partenza e davanti a Pedrosa al traguardo era quello che ci si aspettava. Forse che avesse il numero 46 un po’ meno. Valentino Rossi non è ancora pronto per il gerontocomio e a provare a contrastare il bambino campione c’è stata solo la vecchia leggenda. Dopo tanti anni verrebbe da chiedersi chi glielo faccia ancora fare, poi arrivano gare così e si spiega tutto.

IL BRUTTO – L’altra faccia delle medaglia è opaca e arrugginita. L’anno scorso Jorge Lorenzo era stato preso a spallate da Marquez, domenica non è neanche riuscito ad affiancarlo. Sarà colpa delle gomme, della condizione fisica, della congiunzione astrale sfavorevole o delle scie chimiche ma ora è il momento di reagire. Ammesso che non sia già troppo tardi.

IL CATTIVO – Il timer è scattato dopo solo quattro gare (di cui una nemmeno corsa) e la bomba Crutchlow è scoppiata. La sua deflagrazione ha scottato un po’ tutti anche perché la forma non sarà stata da lord inglese ma sui contenuti c’è poco da ridire. Trenta secondi al traguardo sono l’eternità nell’universo moto ma non li ha presi solo la Ducati. Dovizioso sta dando anima e corpo e qualche piccola soddisfazione la sta portando a casa. Meno colpi di testa e più di reni, Cal.

LA SORPRESA – L’uomo che viene dal freddo si esalta nel caldo più torrido. Ogni tanto Mika Kallio si ricorda del suo talento e fa delle gare degne del suo nome. Speriamo che non perda nuovamente la memoria.

LA DELUSIONE – Sperare di vincere qualcosa contando in un errore di Marquez sembra una strategia suicida. Figurarsi se non gli si arriva neanche alle spalle. Dani Pedrosa era atteso al binario di Jerez ma è arrivato in ritardo. Sembra essersi rassegnato a fare il gregario ed è un peccato, chi si accontenta non sempre gode.

LA CONFERMA – Cento Gran Premi, cento punti in classifica, cento di questi giorni. Marc Marquez non aveva bisogno di dimostrare nulla ma repetita iuvant. È da giorni che spulciamo il dizionario per trovare nuovi aggettivi per definirlo, ci affidiamo a un neologismo: ‘marqueziano’. Non suona bene? Neanche ai suoi avversari.

L’ERRORE – Il rimbrotto questa volta è per Andrea Iannone e la sua scivolata iniziale. Il pilota di Vasto è in crescita ma cede ancora un po’ troppo all’attrazione gravitazionale. Peggio ha fatto Simone Corsi con due cadute in una gara. Il lato positivo è che i due sanno rimettersi in piedi velocemente.

IL SORPASSO – Questa volta metaforico, quello della scuola italiana che sta finalmente sfornando primi della classe e non più ripetenti. Romano Fenati è un ottimo capoclasse ma anche gli studenti Bagnaia e Bastianini meritano la promozione. Un po’ sfortunato Antonelli, che non ci sentiamo di rimandare. L’importante è continuare così, i ragazzi hanno i numeri giusti e si stanno impegnando.

LA CURIOSITA’ – Dimenticatevi gli alberghi a cinque stelle e i motorhome faraonici. Nel paddock c’è chi ha la sua camera in un paddock, molto romantico e old style. Qui a fianco, il letto di Alessandro Tonucci. Vince il premio simpatia.

IO L’AVEVO DETTO – “Qui fatico, forse potrò puntare solo al podio, siamo tutti vicini”. Mai credere a Marc Marquez.

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