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MotoGP, Ducati, dalle ali ai mass damper

Lo strano dispositivo provato anche a Jerez. La sua storia e l'uso in F.1

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A Jerez la Ducati ha effettuato dei test con Michele Pirro con la GP14 utilizzata in gara. Nell'occasione, però, il collaudatore è sceso in pista con un dispositivo sul codino che assomiglia molto ad un 'mass dumper'. Non è la prima volta che la Ducati prova con questo marchingegno sulla coda, Pirro vi ha effettuato dei test anche a Sepang.

Prima di proseguire un avvertimento: la Ducati non ha dato alcuna indicazione a proposito, quindi supponiamo solo che si tratti di un mass dumper. Potrebbe anche essere, semplicemente, un modo di posizionare della zavorra sul punto più esterno della moto per modificare la distribuzione dei pesi. O posizionare degli strumenti (per rilevare cosa?). Ci conforta che un tecnico della Honda, interrogato in proposito, lo ha subito identificato come mass dumper, ma c'è stato anche chi, scherzando, ha parlato di un mini-frigo per tenere refrigerate un paio di Red Bull. Cosa che ha il suo senso in gare calde come quella in Malesia (LOL).

Il mass damper sulla GP14 di Michele PirroE ora un po' di storia.

Il mass dumper fu introdotto sulla Renault alla fine della stagione 2005 ed è stato bandito dalla FIA in quella successiva. In F1, questa tecnologia è stata utilizzata per la prima volta nel GP di Monza.

In pratica nei due corti cilindri visibili in foto ci sarebbe un peso ammortizzato da due molle di diverso carico.

Il sistema può essere descritto in modo estremamente semplicistico così: prendiamo due masse, la prima è quella dell'oggetto su cui si vuole ottenere l'effetto ammortizzante. La seconda è lo smorzatore stesso (mass damper) ed è collegata alla prima con un sistema sospensivo. Le sollecitazioni, di ogni tipo, ondulazioni dell'asfalto, cordoli, ecc. provocano un movimento che si trasferisce alla prima massa (ruota) causando una vibrazione. Il movimento indotto su questa si trasmette però anche al mass damper. Ciò comporta una diminuzione delle oscillazioni perché il mass dumper trasmette una forza uguale ed opposta a quella trasmessa dalle vibrazioni provenienti dall'asfalto.

Ducati mass damper sulla GP14 di Michele PirroSecondo alcuni tecnici della MotoGP l'uso di un dispositivo di questo tipo potrebbe essere utilizzato per annullare il chattering (vibrazione ad alta frequenza), ma forse anche per diminuire il 'pompaggio' dell'ammortizzatore posteriore. Uno dei difetti riconosciuti della Ducati che si muove molto in accelerazione.

Siamo, comunque, in assenza di un riscontro diretto da parte di Borgo Panigale, nel campo delle pure ipotesi.

Questo perché il mass damper fu studiato ed utilizzato in F.1 per un motivo diverso: far funzionare al meglio l'aerodinamica della vettura.

Le eventuali oscillazioni del corpo vettura che è in effetti (dovrebbe essere) una unica ala influisce infatti sul corretto funzionamento dell'aerodinamica. Ad ogni cambiamento di angolo, rollio o beccheggio, infatti, si modifica l'incidente delle ali ed il risultato è un aumento od una diminuzione della loro efficienza, con consente aumento e diminuzione continui della downforce, il carico aerodinamico che tiene schiacciata la monoposto al suolo.

E' chiaro che un cambiamento di angolo degli alettoni, causato magari da una oscillazione su un cordolo, può provocare una diminuzione di carico aerodinamico proprio nel momento in cui questo serve di più, con conseguente calo di aderenza.

Valentino Rossi con la Ducati con le aliNel motociclismo, come hanno dimostrato anche i recenti esperimenti della Ducati con gli alettoncini nella parte bassa del cupolini, l'aerodinamica è però assai più complessa, perché la moto cambia di continuo la sua posizione rispetto al senso di marcia, dunque il mass dumper più che tenerla 'in bolla' può servire per studiare un modo di equilibrare i continui spostamenti di carico, decisamente più marcati rispetto ad una vettura di F.1, anche perché è lo stesso pilota a provocarli (o contrastarli) con il movimento del corpo.

In fondo il motociclista è un equilibrista che cammina su un filo e la moto una specie di bilanciere di cui si serve per sfruttare al meglio le leggi della fisica e percorrere il più velocemente possibile una curva.

Se comunque ciò di cui abbiamo parlato fino a questo momento sono solo elucubrazioni ed in effetti l'aggeggio in questione è semplicemente un contenitore per tenere due Red Bull refrigerate, beh, possiamo sempre suggerire al marketing della Ducati di vendere gli spazi all'azienda che produce la ben nota bevanda energetica. In fondo Red Bull metteee leee aliii!

 

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