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MotoGP, Corsi sulla Yamaha: la M1 è un razzo

"Non avevo mai guidato una 1000: è molto fisica e ha 100 cv in più della Moto2"

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Simone Corsi ha terminato oggi il tanto atteso test con la Yamaha M1 di Colin Edwards.

Il pilota romano non l'ha guidata per l'intera giornata, ha percorso invece solo 45 giri con un miglior tempo di 1.42.333 che è sicuramente più veloce dell'1.43.569 con il quale si è qualificato in 11esima posizione nella Moto2 ma è comunque ancora lontano dalle prestazioni dei migliori piloti in sella ad una Open. Corsi comunque non era in pista per fare il record personale ma per scoprire la MotoGP.

"Non avevo mai guidato una mille e nemmeno una moto con i dischi in carbonio perché quando sono arrivato in 250 c'erano già quelli di acciaio - ha ricordato - Ho fatto il tempo dopo appena 14 giri, ma poi ho cominciato ad accusare un po' di stanchezza. Mi si sono induriti gli avambracci. Non è il peso, che è simile a quello della Moto2, la moto è agile, solo un po' più grossa, ma sicuramente è impegnativa, fisica, da guidare. Senza contare che ovviamente ero un po' teso e questo non aiuta".

La principale differenza la fanno i cavalli, ovviamente.

Simone corsi sulla Yamaha M1 del team Forward"Certo, diciamo cento in più rispetto ad una Moto2. E la velocità e l'accelerazione sono una conseguenza. In fondo al rettilineo principale, quello che porta alla Dry Sack si frena presso a poco allo stesso punto delle Moto2, ma arrivando con 50 Km/h in più la decelerazione è violenta. Diciamo che la pista di Jerez non è proprio la più indicata per una prima presa di contatto".

Il motivo è semplice da comprendere.

"Nel veloce la Yamaha si guida bene, nel misto stretto invece si fa fatica, inoltre nelle accelerazioni c'è molto più trasferimento di peso, il che ti costringe a rimanere attaccato ai manubri, perché la moto si scuote e vuole staccare la ruota anteriore da terra".

Il comportamento nei curvino invece è molto più prevedibile.

"Sì, la M1 è stabile e al massimo angolo di piega l'elettronica taglia molto la potenza. Credo che questo sia anche il motivo per cui i piloti in MotoGP raddrizzano la moto molto rapidamente: gli aiuti diminuiscono e di cavalli ne arrivano veramente tanti. Il rettilineo dei box praticamente non esiste: è un razzo".

L'elettronica, anche quella 'addomesticata' di una Open ha stupito Simone Corsi.

"Si non avevo alcuna esperienza in proposito. Devo dire che in un paio di occasioni mi ha salvato!".

Ce ne saranno altre?

"Mi piacerebbe, ma per il momento rimane prioritaria la Moto2. Questo test mi ha ricordato il primo che fece con una 250: mi impressionò per la potenza, ma già alla seconda prova ci avevo fatto più la mano. A volte basta risalire in sella il giorno successivo, dopo averci dormito e ragionato sopra".


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