Il gaucho argentino cavalca elegante poi lancia le bolas e atterra la preda. Troppo facile – per non approfittarne – il paragone con Marc Marquez. Padrone di Termas de Rio Hondo, come dei due circuiti precedenti, non mostra allo sguardo nessun punto debole. Ha provato l’attacco Lorenzo, finalmente ai suoi standard, fallendo. A scoppio ritardato invece Pedrosa. Peggio Rossi, che ancora una volta non ha concretizzato tutto il potenziale.
Ci sarà tempo per rifarsi, intanto possiamo festeggiare con Romano Fenati. Dopo il podio in Texas, ha messo un altro mattone alle fondamenta della sua stagione. Spettacolare e aggressivo, con Miller fa scintille. Dimostra anche di conoscere i rudimenti del biliardo all’italiana.
IL BELLO – Non ce ne voglia la MotoGP, ma la classe regina è stata la Moto3. Dopo tanta astinenza un boccata di Romano Fenati spedisce dritti in paradiso. La bestia di Ascoli vede rosso in gara e trova in Miller uno sparring partner alla sua altezza. Botte da orbi, ma con rispetto reciproco e ha fatto bene l’italiano a scusarsi con l’australiano per il colpo di sponda. Tutto risolto con una stratta di mano, perché questi due teenager sono molto old school. Un po’ di anglicismi, dopo i francesismi dell’inno. Mancano ancora 15 gare, che bello.
IL BRUTTO – La Ducati ha scelto la strada Open (poi modificata in quasi Factory) per sperimentare. Due motori flambé (con botta di Iannone) e uno che trafila non sono però una pietanza perfettamente riuscita. In cucina c’è un cuoco esperto, ma anche ai migliori ogni tanto la maionese impazzisce. Dopo il podio ci sia aspettava di più da Dovizioso ma i progressi non sono cancellati.
IL CATTIVO – Ingordo come non mai, Marc Marquez non fa prigionieri. Il tabellino segna tre vittorie, numero perfetto come la sua guida. Aspetta, studia, punisce. Un trittico che non lascia scampo. In Argentina la sua stella brilla ancora di più, perché Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa hanno giocato le carte migliori, anche se è mancato loro l’ultimo asso. Bravi tutti, lo spettacolo ringrazia.
LA DELUSIONE – Ha già annunciato il ritiro ma il prepensionamento non è contemplato dal regolamento. Colin Edwards sembra un personaggio in cerca d’autore ma la bussola segna il Nord sbagliato. La moto va – vero Aleix? – serve un reset.
LA SORPRESA – Una per categoria, per non scontentare nessuno. In Moto3 Livio Loi si è fatto il miglior regalo di compleanno con una gara veloce e matura sfiorando il podio. In Moto2 il debuttante Luis Salom ha conquistato il primo podio. In MotoGP Hiroshi Aoyama è entrato in Top Ten e ha centrato il primo posto fra le Open.
LA CONFERMA – La fantasia al potere, ovvero come correre i primi nove giri come fossero gli ultimi. Bella la fame di Andrea Iannone, coriaceo guerriero della Ducati. Ci prova ad ogni curva e spreme la Desmosedici come un’arancia matura. Il podio virtuale disseta ma quello reale ancora di più. Lui è maturato, la moto lo sta facendo. Ancora un po’ di sole e la spremuta sarà perfetta.
L’ERRORE – Il pirata Stefan Bradl è andato all’arrembaggio di Rossi con un po’ troppa foga ma qualche sbavatura di troppo nei primi giri l'ha commessa anche Valentino. Nella mischia ha sofferto, mentre Lorenzo si è tolto subito dagli impicci e Marquez è stato più freddo. Piccolezze che però in MotoGP fanno la differenza fra salire sul podio o guardarlo dal basso. Dopo lo sbandamento iniziale è stato perfetto. Peccato.
Tirata d’orecchie per Niccolò Antonelli al secondo zero consecutivo. In inverno ha fatto vedere di che pasta è fatto, lo aspettiamo a Jerez.
IL SORPASSO – Se apprezzate la spietatezza chirurgica il maître consiglia Marc Marquez, capace di operare i rivali senza anestesia. Chi preferisce sapori più ruspanti può ubriacarsi con i 21 giri della Moto3, intanto a guidare ci pensano gli altri.
LA CURIOSITA’ – Bravo Jarno Zaffelli che ha disegnato una pista che ha regalato gare spettacolari ed è la seconda più veloce del calendario con una media sul giro di 177,1 Km/h. Il simulatore ha però battuto Marquez che in pole è stato più lento di 3”361 dall’ideal time al PC. Si prenderà la rivincita il prossimo anno.
IO L’AVEVO DETTO – Jorge Lorenzo su Termas de Rio Hondo: “sulla carta questa è una pista Yamaha”. Doveva avvertire anche Marquez e Pedrosa.