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SBK, Assen: i team affilano le armi per il pit stop

FOTO: i rimedi delle Case contro il meteo variabile. Sforzo a 360 gradi per Aprilia

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Il tipico e volubile meteo olandese ha già riservato un'accoglienza tutt'altro che calorosa agli addetti ai lavori della Superbike, in pista questo fine settimana ad Assen. La pioggia torrenziale caduta nella serata di mercoledì si è riversata all'interno di diversi box, inumidendo alquanto i tappetini sui quali sono soliti lavorare i meccanici. Quello che preoccupa di più i team, tuttavia, sono le condizioni durante le due gare domenicali.

Le previsioni cambiano in continuazione e, per la prima volta quest'anno, il pit-stop è un'eventualità tutt'altro che remota. Per l'occasione, ogni squadra ha allestito diversi accorgimenti ad hoc per velocizzare le operazioni (il regolamento fissa il tempo minimo a 30 secondi più quelli necessari per percorrere interamente la pit-lane a regime di limitatore).

APRILIA, ENFASI SUI DETTAGLI – Tra le varie Case, il costruttore di Noale è forse quello con il maggior numero di dettagli preparati per il pit-stop. Dalle classiche guide per facilitare lo sganciamento rapido (foto 1) e velocizzare il cambio della ruota anteriore, ad un cavalletto posteriore dotato di pasticca che si adagia sul forcellone per aumentare la stabilità (foto 2).

"Per sfilare il perno ruota, ora il dado è incorporato nel tendi catena – ha raccontato Aligi Deganello, capo-tecnico di Sylvain Guintoli – Possiamo anche intervenire sulla molla di pre-carico del mono. In condizioni ibride montiamo una forcellina di soli 3 millimetri che possiamo sganciare con una bomboletta per ammorbidirlo rapidamente. Di solito, in 25 secondi riusciamo a completare le operazioni. Io tengo d'occhio il monitor ed il pilota riceve il segnale sul dashboard per capire se può ripartire o meno".


DUCATI, POCHE MODIFICHE NECESSARIE – Per quanto riguarda la Panigale, dotata di forcellone monobraccio, le operazioni sono facilitate dal momento che catena e corona restano in sede durante un cambio gomme. Per l'anteriore, tuttavia, la Casa di Borgo Panigale ha approntato delle guide che si estendono dagli attacchi delle forcelle (nella foto 3, quelle di Niccolò Canepa) per facilitare l'inserimento.

Inoltre, il sistema di sganciamento prevede che la gomma apra la pinza dei freni, poi una molla di richiamo facilita la chiusura della suddetta pinza sul disco (foto 4). Il mozzo posteriore è invece rimasto di serie.

LA CONCORRENZA – Con tutti questi accorgimenti, il tempo sembra l'ultimo dei problemi delle squadre. "In prova abbiamo sempre impiegato 25 secondi", ha raccontato il team manager di Suzuki, Paul Denning. "Anche noi usiamo un sistema a sganciamento rapido". Piccole modifiche anche per Honda, che ha spostato indietro gli attacchi del cavalletto sul forcellone e aggiunto una guida per evitare che la catena vada a terra durante le operazioni.

Insomma, gli accorgimenti utilizzati dai diversi team grossomodo si equivalgono sulla carta. Tuttavia, nella tensione agonistica della gara, anche il più piccolo dettaglio può fare la differenza. Una variabile in più, che probabilmente giocherà un ruolo importante questo fine settimana.

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