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MotoGP, GP del Texas: sfida all'O.K. Corral

Rossi e Marquez vogliono confermarsi, Lorenzo e Pedrosa batterli. Ducati alla prova del nove


Due settimane di calma, in attesa della tempesta che si scatenerà ad Austin. Il primo GP della stagione ha lasciato a molti la voglia di rifarsi e proprio a iniziare dal Texas. Una pista che sulla carta è favorevole alla Honda e soprattutto a Marquez (che l’anno scorso conquistò la sua prima vittoria in MotoGP). Sarà lui il riferimento per tutti, soprattutto ora che l’infortunio al piede è ormai solo un ricordo. Dovrà però guardarsi le spalle dai tanti pilori che vorranno rimediare la falsa partenza in Qatar.

ROSSI E MARQUEZ IN CERCA DI CONFERME – Il primo sulla lista è Valentino Rossi, autore a Losail di una gara tanto concreta quanto spettacolare. Il Dottore sembra avere cambiato passo rispetto alla scorso anno ma Austin sarà per lui un banco prova importante. Nel 2013 non era andato oltre a un 8° posto in qualifica e un 6° in gara, con distacchi pesanti dai primi. Questa volta dovrà dimostrare di riuscire a essere competitivo anche su un circuito che non gli piace troppo e dove la M1 non è da riferimento.

Non un’impresa facile, perché Marquez sull’asfalto texano vola e dodici mesi fa aveva centrato l’en plein di vittoria, pole position e giro più veloce. Ora il piccolo diavolo sembra ancora più forte, funambolico come sempre alla guida, l’anno di esperienza gli ha dato sicurezza e capacità di valutare meglio i rischi. Punti deboli? Per ora sono tutti da scoprire, considerato che neanche il numero 1 da difendere riesce a mettergli pressione.

Jorge LorenzoLORENZO E PEDROSA IN RAMPA DI LANCIO – Vorrebbe strapparglielo dalla carena Jorge Lorenzo, che ha passato l’ultima settimana in un tour promozionale fra Colombia e Messico. Il maiorchino era arrivato in Qatar nervoso e se ne è andato ancora di più. Essere caduto quando era davanti a tutti è stata una soddisfazione da poco e ora Marquez ha 25 punti di vantaggio. In Texas lo scorso anno aveva corso in difesa, senza riuscire a impensierire le Honda. Un aiuto arriverà dalla Bridgestone che non porterà le indigeste gomme 2014 ma le preferite 2013 (per difficoltà di produzioni). Un problema in meno.

Il rivale più pericoloso, probabilmente, Marquez lo avrà in casa. Dani Pedrosa a Losail si è accontentato, chiudendo sul podio una GP che non gli è mai piaciuto. Lo scorso anno ad Austin era stato l’unico ai livelli di Marc, sia in qualifica che in gara. Deve riuscire a batterlo quanto prima per non farlo scappare in classifica e far vedere di essere una spina del fianco. La velocità ce l’ha, forse manca un po’ di convinzione.

Andrea DoviziosoDUCATI E IL SOGNO AMERICANO – Per la Desmosedici non sono attese novità degne di nota e l’importante sarà continuare come si è iniziato. A parte condizioni particolari, il podio rimane ancora fuori dalla portata degli uomini in Rosso che però possono ben figurare. Soprattutto in qualifica (grazie alla gomma morbida), senza dimenticare che la potenza conta sul lungo rettilineo di Austin. L’obiettivo di Dovizioso è di riuscire a ridurre di nuovo il gap dai primi (22 secondi a fine gara lo scorso anno). Crutchlow e Iannone hanno invece voglia di riscatto. L’inglese in Qatar era stato frenata da un trasponder impazzito, l’italiano da una caduta. Lecito aspettarsi qualche sorpresa dai due.

OPEN E OUTSIDER, L’ALTRA FACCIA DELLA MOTOGP – Il GP del Qatar ha anche mostrato un aspetto da non sottovalutare: la lotta per il podio in questa stagione sarà più serrata. A incominciare dai piloti satellite: Bradl, Baustista e Smith si sono fatti vedere nelle zone nobile della classifica, salvo poi vanificare i risultati per un errore. Un tedesco, uno spagnolo e un inglese che hanno ben altri obiettivi che quello di essere protagonisti di una barzelletta. Soprattutto per i due della Honda, Austin potrebbe essere un’occasione da cogliere.

Non bisogna poi dimenticare Aleix Espargaró, ridimensionatosi solo in qualifica – causa due cadute – e comunque vicino ai primissimi in gara. Lo spagnolo di Forward può essere un cliente scomodo non solo nella lotta contro il cronometro, la variabile di questo campionato. La moto va (e veloce) e in Texas la vorrà sfruttare – finalmente – anche il suo compagno di squadra. Per Edwards è la gara di casa, il momento giusto per tirare fuori gli attributi. E le Honda? Per loro servirà un po’ d’aiuto dal Giappone prima di mostrare gli artigli.

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