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MotoGP, Test Sepang: è già guerra di elettronica

GALLERY E' scontro aperto tra 'Factory' e 'Open' e la Yamaha sorprende con Aleix Espargaro

MotoGP: Test Sepang: è già guerra di elettronica

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La prima giornata di test di Sepang è anche la prima verifica per le nuove soluzioni adottate durante l'inverno.

Come era prevedibile la Ducati è quella che sta lavorando di più.

La nuova GP14, infatti, pur senza grossi colpi d'ala è completamente diversa dalla precedente GP13 sia nel telaio che nell'aerodinamica.

Al primo colpo d'occhio si notano il finto serbatoio, che è ora in un unico pezzo, il codino più squadrata ed un nuovo airscoop.

Ad una analisi più approfondita ci si rende poi conto che la moto appare più stretta nella zona del serbatoio e che anche la posizione di guida è diversa. Un segno evidente che si è lavorato molto sulla distribuzione dei pesi al fine di eliminare o mitigare i problemi di sottosterzo.

L'intenzione di Gigi Dall'Igna, nuovo capo del reparto corse, è evidente: portare la GP14 al massimo dell'efficienza entro fine febbraio, per poi decidere su quale delle due categorie puntare: Factory od Open.

Al momento il solo Yonni Hernandez sta lavorando con l'elettronica Marelli, come si deduce dal cruscotto, che ha molte meno funzioni di quello di derivazione 1199 proprietario della casa di Borgo Panigale.

L'elettronica è il fulcro del problema.

Il cockpit della Yamaha M1 Opne di Edwards mostra la spartana Dashboard Marelli"La Yamaha che sto guidando - ha spiegato Colin Edwards - è già una ottima base di partenza, ma la centralina Marelli non dispone di tutti i controlli della M1 ufficiale. C'è da lavorare perché la differenza si sente, soprattutto dal punto di vista dell'affidabilità. Il punto principale è che il comportamento dei controlli elettronici deve essere costante, giro dopo giro, e qui ancora non ci siamo".

Una analisi, questa del texano, che però non rispecchia pienamente ciò che si vede in pista. Davanti ci sono le Yamaha e le Honda 'Factory', ma subito lì c'è anche la M1 'Open' di Aleix Espargaro, a tre decimi. Quindi le prime Ducati GP14 di Iannone, Dovizioso e Crutchlow e poi le prime Honda 'Production Racer di Aoyama e Hayden che sono staccate di oltre 2,5 secondi.

Un segno, questo, che l'operazione di Yamaha che invece di produrre una Open ha riciclato le moto 2013 è stata furba. E che forse, una volta messe a punto, queste Open potrebbero veramente dare del filo da torcere alle Factory. Sempre che una rondine faccia primavera, ovviamente. Perché il ragionamento di Edwards sulla ripetibilità delle prestazioni in ottica gara non è da sottovalutare.

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