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MotoGP, Ciabatti: Ducati, la pressione ora è giusta

"Per superare il biennio con Rossi serviva una mente fresca come Dall'Igna"

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La rivoluzione Ducati a lungo invocata dal popolo di appassionati ha coinvolto fin qui più l'organigramma aziendale che le prestazioni in pista. Non poteva essere altrimenti ma, a circa un anno dall'assunzione del ruolo di direttore sportivo, Paolo Ciabatti auspica che l'arrivo di Gigi Dall'Igna e Davide Tardozzi riporti la Casa di Borgo Panigale sulla retta via dopo alcune stagioni difficili sia in MotoGP che SBK. Procedere per gradi, ma accelerare il più possibile le tappe è la politica di Ducati all'alba del 2014.

"Lo scorso anno abbiamo fatto troppe prove – ha analizzato Ciabatti – Forse anche perché siamo partiti con risultati promettenti, come il quarto posto in qualifica in Qatar con Dovizioso. Invece nella seconda metà della stagione la nostra competitività è peggiorata, e ci siamo trovati a lottare ai margini della Top 10. Abbiamo tenuto ciò in considerazione durante lo sviluppo della GP14, e dopo i test di Sepang avremo un'idea più netta ed imposteremo un percorso preciso".

Quante prove farete?

"Saremo in Malesia il 31 gennaio ed 1 febbraio con Michele Pirro, insieme ai collaudatori di Yamaha e probabilmente Honda, oltre ai due test IRTA in programma con le squadre del motomondiale".

Come si è tradotta fin qui l'esperienza di Dall'Igna sulla realizzazione del nuovo prototipo?

"La moto era stata già praticamente progettata al momento del suo ingresso in azienda, ma lui ha comunque proposto l'aggiunta di alcune soluzioni che non erano state considerate precedentemente. In Malesia la priorità sarà quella di fare prove comparative tra GP13 e GP14".

Il sottosterzo è rimasto probabilmente il problema più drastico recentemente. Avete in programma modifiche anche a livello di motore?

"Gigi ha un background motoristico avanzato, ed ha ovviamente analizzato il propulsore. Dimensioni ed architettura non cambieranno, ma ha già sviluppato delle idee per risolvere il sottosterzo che vanno oltre le modifiche del software".

Anche Tardozzi è una vecchia conoscenza per te. Cosa ti aspetti dal suo arrivo in Ducati?

"Abbiamo lavorato insieme per molti anni, vincendo sei titoli mondiali. Il suo obiettivo sarà innanzitutto quello di infondere nuova linfa allo spirito di gruppo, provato dalla mancanza di risultati. Con Dall'Igna in squadra viene meno il bisogno di un team manager 'vecchia maniera', Davide sarà prima di tutto una figura di coordinamento con il compito di 'fare spogliatoio'".

Il suo arrivo ti consentirà di dedicarti maggiormente alla SBK?

"No, non la seguirò più di quanto fatto nel 2013, anche se c'è la volontà di unificare gli aspetti non-tecnici delle due squadre, come la gestione dei piloti. Andrò solo ad alcune gare, ma Feel Racing è una costola di Ducati, abbiamo già lavorato insieme a lungo e con successo ed abbiamo la tranquillità di gestire tutto in prima persona".

Cosa ti aspetti dalla stagione Superbike a venire?

"La nostra sfida è tornare ad essere protagonisti. Il che non significa necessariamente dominare, ma vincere qualche gara e lottare con continuità per il podio. Non credo che i nostri tifosi si aspettino il titolo, ma un sensibile miglioramento sì".

Guardando più avanti, che pronostici fai?

"Teoricamente, la EVO in Superbike dovrebbe favorirci perché in Stock la Panigale è sempre andata forte. In MotoGP il problema da risolvere è la moto, non il pilota, anche se Marquez e Lorenzo sono difficili da battere anche ad armi pari".

Una volta, però, Ducati sembrava avere tempi di reazione più compressi…

"Essere un'azienda piccola rispetto ai colossi giapponesi, con una catena decisionale più veloce, ha aiutato in passato. Con il passaggio alle 800, Ducati prese dei rischi che pagarono: sviluppare un motore ad alti regimi di rotazione quando gli avversari erano più preoccupati per i consumi, montare gomme Bridgestone, mettere sotto contratto un pilota poco blasonato come Stoner, che forse è stato sottovalutato. Il fattore sorpresa venne sfruttato al meglio, ma gli avversari non sono stati a guardare".

Cosa è andato storto secondo te?

"L'arrivo di Valentino Rossi e le difficoltà nell'ottenere i risultati con lui hanno messo una pressione mostruosa sull'azienda, che portato ad una serie di scelte tecniche non sempre lucide. Dall'Igna ha autorevolezza e carisma, ma è un leader calmo. Serviva una mente fresca come la sua. Lo spirito ora è diverso. La pressione rimane, ma è più costruttiva. Gigi ha portato serenità agli ingegneri".


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