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Renzi promette ancora l’omicidio stradale

Ci risiamo: il premier punta ancora sul nuovo reato

Moto - News: Renzi promette ancora l’omicidio stradale

Renzi torna sulla questione omicidio stradale, il nuovo reato di cui si attende la nascita dal 2010 per punire finalmente in modo equo chi uccide in auto dopo essersi ubriacato o dopo essersi drogato.


Che cosa cambierebbe


Oggi, nel caso di sinistro mortale o con gravi lesioni fisiche provocato da un guidatore in pesante stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, scatta il reato di omicidio colposo. Cioè un omicidio commesso “senza volerlo”, per imperizia, negligenza o imprudenza. La reclusione prevista da Codice Penale parte da un minimo di tre anni (la scelta più frequente dai giudici) a teorici 10 anni (mai applicati). Col reato di omicidio stradale (quasi “volontario”, la reclusione andrebbe da 8 a 18 anni. E punirebbe anche i pirati della strada: chi scappa dopo il sinistro.


Ergastolo della patente


Ricordiamo che la riforma del Codice della Strada (attesa cnh’essa dal 2010…) include solo l’ergastolo della patente per chi provoca un sinistro in stato alterato: ritiro a vita della licenza di guida. Per l’omicidio stradale, occorre riformare il Codice penale: una procedura lenta, complessa, irta di ostacoli, specie in Parlamento. Ecco perché Renzi lascia intendere che l’omicidio stradale potrebbe perfino attraverso un decreto. Che presuppone una emergenza. E in effetti, considerando tutti gli assassini che circolano in macchina pieni di alcol e droga, l’emergenza c’è eccome, specie a protezione degli utenti deboli come motocilcisti e ciclisti. Lo dice la cronaca: nelle scorse ore a Parma un ciclista è stato ucciso da un pirata. Senza dimenticare che un pirata su quattro è sotto l’effetto di alcol o droga...


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