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Multe scontate del 30%: i Comuni piangono miseria

L’eterno lamento dei Comuni, mai sazi di verbali

Moto - News: Multe scontate del 30%: i Comuni piangono miseria

Ci mancavano solo i piagnistei dei Comuni che non incassano denaro a sufficienza con le multe. Dove sta il problema? Le amministrazioni locali forse non digeriscono il fatto che, se i motociclisti pagano una multa entro cinque giorni dalla notifica, hanno diritto a uno sconto del 30%. Una norma di cui molti guidatori approfittano giustamente, specie in epoca di crisi nerissima come questa. Lo fanno anche quando sanno che la contravvenzione è palesemente illegittima: fare ricorso al Giudice di Pace costa 43 euro di tassa allo Stato, e spesso il gioco non vale la candela; ossia, se la multa è di medio importo, tanto vale pagare subito e non versare il mega-balzello.


Autovelox a valanga


La verità è che lo sconto del 30%, dall’estate 2013, ha un po’ rotto le uova nel paniere dei Comuni. Che comunque si possono consolare: viaggiano a circa 1,5-2 miliardi di euro l’anno di incassi. Una stima molto approssimativa. Perché non hanno l’obbligo di rendicontare le entrate, né ci sono autorità che sanzionano i Comuni inadempienti: ricordiamolo, dovrebbero versare il 50% delle multe per migliorare la sicurezza stradale. A giudicare da come sono ridotte le strade, veri e propri gruviera, i dubbi che sorgono sono legittimi. E comunque, le telecamere per dare le multe spuntano ovunque come funghi, quindi i Comuni hanno fatto i loro conti su come recuperare quel 30% “drammaticamente” perduto. Sul tema è appena intervenuto anche il ministro dei Trasporti Lupi, accendendo una polemica piuttosto calda: “È inaccettabile che i Comuni sanino i bilanci attraverso le sanzioni, la cui logica è punire chi commette infrazioni: l’obiettivo dovrebbe essere zero multe perché avremmo educato i cittadini”. Così Lupi ha replicato alle critiche di alcuni sindaci che si sono lamentati per la possibilità di pagare le sanzioni entro cinque giorni in misura ridotta del 30%. “Se hanno bisogno di risorse - ha concluso - allora i sindaci mettano le tasse, cosa che ovviamente non mi auguro”.


Il decreto che non arriva da quattro anni


È bene anche rammentare la “fortuna” di cui i Comuni godono. Infatti, la riforma del 2010 del Codice della Strada prevedeva la devoluzione di metà degli incassi da autovelox messi dai Comuni fuori città ai proprietari delle strade: Province (che comunque, prima o poi, si spera, scompariranno definitivamente assieme a tutto il carrozzone politico annesso), Regioni (anche se in tema di prevenzione dei disastri idrogeologici l’accusa del premier Renzi è stata violenta), Stato. Ma cosa serviva affinché quella norma divenisse realtà? Occorreva un decreto attuativo interministeriale. Campa cavallo. In quattro anni, non c’è nessun decreto attuativo all’orizzonte. Una vergogna italiana, che consente ai Comuni di fare cassa come e più di prima.

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