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Mestre-Orte: l’autostrada della discordia

Legambiente protesta per fare in modo che la nuova tratta non abbia mai inizio

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L’autostrada Mestre-Orte non esiste. Ma da un qualsiasi momento, l’Anas potrebbe bandire la gara per il progetto definitivo e la concessione dell’opera. Un progetto lungo 400 km, che attraversa 5 Regioni e prevede la trasformazione a pedaggio della E45 oltre alla realizzazione di una nuova autostrada (Romea), in aree delicate come il Parco del Delta del Po, le Valli di Comacchio e del Mezzano. Un'opera che Legambiente definisce "devastante".
La sua realizzazione costerebbe oltre 10 miliardi di euro, di cui almeno 4 miliardi dovranno essere garantiti dallo Stato. Per questo Legambiente ha organizzato una protesta che s’è snodata dal Lazio al Veneto, attraversando cinque regioni, toccando decine di paesi e città. L’obiettivo è quello di impedire che un domani, lungo lo stesso tracciato, entrino in campo ruspe e betoniere impegnate nella costruzione dell’opera pubblica italiana più rilevante dopo il ponte sullo Stretto. C’è già l’ok del Cipe (Comitato interministeriale prezzi), e il 12 settembre è stato pubblicata nella Gazzetta ufficiale una norma che ha disincagliato il progetto: è nel decreto Sblocca Italia e “permette una defiscalizzazione per 2 miliardi di euro per l’opera - evidenzia Legambiente in un comunicato - superando una barriera posta dalla Corte dei conti per opere come questa, in finanza di progetto”.


Quanti soldi?


Come spiega ilfattoquotidiano.it, il costo è di 10 miliardi di euro in project financing; in conto allo Stato vanno messi 1,8 miliardi di defiscalizzazioni previste nel piano finanziario della Orte-Mestre. La lunghezza sarà di 396 chilometri; i ponti e viadotti si svilupperanno per 139 chilometri, le gallerie naturali per 51 chilometri e le gallerie artificiali per 13. Saranno realizzati 20 cavalcavia, 226 sottovia, 83 svincoli, 2 barriere di esazione e 15 aree di servizio. Il consumo di suolo è stimato tra i 600 e i 700 ettari al 90 per cento agricoli. Il guaio, per Legambiente, è l’insostenibilità dell’intero piano finanziario: "i flussi di traffico previsti dagli stessi proponenti sono talmente bassi che le tariffe proposte andrebbero a superare di gran lunga quelle del Passante di Mestre, già oggi le più care in Europa. Ed è chiaro che più care sono le tariffe e più cittadini e trasportatori si riverseranno sulle strade normali rendendo impossibile il rientro del capitale investito”.


Polemiche roventi


“Oggi più che mai è necessario battersi contro un'opera che garantirà vantaggi solo per coloro che gestiranno i cantieri lasciando al pubblico e ai cittadini l'eredità di saldare il debito. Il fallimento annunciato dell'autostrada Brebemi in Lombardia deve fare da monito – ha dichiarato Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna -. Nella drammatica crisi che sta vivendo tutto il Paese anche questa regione deve scegliere le vere priorità, che sono la tutela dell'agroalimentare, investire in interventi di manutenzione e messa in sicurezza del territorio, in politiche per il trasporto ferroviario e non di buttare miliardi di euro di soldi pubblici in un opera devastante”. Eppure una alternativa più economica e sostenibile esiste - dice Legambiente -: mettere finalmente in sicurezza la superstrada E45 e la SS309 Romea, deviando il traffico pesante sulla A13, potenziando il trasporto ferroviario attraverso l’Appennino e il collegamento con i porti dell’Adriatico.

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