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Continua la saga dei proventi degli Autovelox: i Comuni tireranno dritto?

La Corte dei Conti dell’Umbria tira le orecchie ai Comuni

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I Comuni sono voraci in fatto di multe da autovelox, utilizzati sempre per finalità correlate alla sicurezza stradale. Sarà. Ma nel 2007, quando venne paventato che gli incassi da autovelox dovessero essere girati allo Stato, i Comuni minacciarono di spegnere e poi togliere le macchinette. E nel 2010 è scoppiato il bubbone. La riforma del Codice della Strada stabiliva che, con un decreto, metà dei proventi autovelox dei Comuni installati su strade extraurbane (specie provinciali e statali) andassero ai proprietari delle strade. Quindi, 50% ai Comuni, e 50% alle province, per esempio. Dov’è il guaio? Che quel decreto attuativo non è mai arrivato.


Fate 2+2


I ministeri competenti - che dovevano emanare il decreto - non l’hanno fatto in 4 anni. Con Governi diversi, uomini diversi, situazioni diverse. Così i Comuni continuano a poter godere dell'intera torta, senza colpo ferire. Per fortuna, ogni tanto questo Paese ha un sussulto d’orgoglio: anche in assenza del decreto attuativo, le amministrazioni sono comunque tenute all’applicazione delle disposizioni contemplate dai commi 12-bis, 12-ter e 12 quater dell’art 142 del Codice della Strada. Così dice la delibera della Corte dei Conti, sezione regionale di controllo per l'Umbria, dell’8 agosto 2014. La conseguenza è che, per esse, è obbligatorio provvedere all’accantonamento della quota del 50% dei proventi delle suddette sanzioni, da destinare a favore dell’ente proprietario della strada. Nei proventi non rientrano le spese sostenute.


Silenzio assoluto


Fra l’altro, le sezioni tiunite della Corte dei Conti hanno delineato una nozione di contabilità pubblica “strumentale”, nella quale non rientrano solo le questioni tradizionalmente riconducibili al sistema di principi e norme che regolano l’attività finanziaria e patrimoniale dello Stato e degli enti pubblici. In questa nozione sono compresi anche i quesiti che risultino connessi alle modalità di utilizzo delle risorse pubbliche nel quadro di specifici obiettivi di contenimento della spesa sanciti da principi di coordinamento della finanza pubblica, contenuti nelle leggi finanziarie, in grado di ripercuotersi direttamente sulla sana gestione finanziaria dell’ente e sui pertinenti equilibri di bilancio. C’è però un secondo problema. Tutti i Comuni hanno lasciato lettera morta la delibera della Corte dei Conti. E continuano a sbranarsi i proventi autovelox, senza accantonare un centesimo. Perché alla fine, la realtà è molto semplice: o si fa una legge che multa in modo pesante i Comuni inadempienti (anche per quanto riguarda qualsiasi altra sanzione, che sarebbe da investire al 50% in sicurezza stradale), oppure quegli enti continueranno a fare il bello e il cattivo tempo. Come dimostra la cascata di autovelox autunnale nelle varie città italiane.

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