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“Senso unico eccetto bici”: no agli equivoci

Vediamo come evitare di fare confusione sul controsenso ciclabile

Moto - News: “Senso unico eccetto bici”: no agli equivoci

Prima l’emendamento che dice no al controsenso ciclabile (previsto invece nel disegno legge di riforma del Codice della Strada), poi il Ministro dei Trasporti Lupi che ribadisce il no, e adesso bikeitalia.it che tiene a fare qualche precisazione. Anzitutto, “senso unico eccetto bici” significa che una strada a senso unico per i veicoli a motore può essere percorsa in entrambi i sensi dalle biciclette. È applicabile solo lungo strade con velocità moderata (indipendentemente dalla larghezza della carreggiata), con corsia ciclabile o senza, all’interno di “Zone 30” e “Zone Residenziali” dove il traffico deve essere il più possibile ridotto e disincentivato, a favore di una maggiore sicurezza, vivibilità e qualità della strada come spazio pubblico.


Qualche punto condivisibile


Secondo il sito, piste ciclabili funzionali e funzionanti sono realizzabili unicamente in quei Paesi in cui lo sviluppo di un’urbanistica sana ha permesso di dare spazio a tutti gli utenti, realizzando ampi marciapiedi per i pedoni, piste ciclabili, spazi per la sosta e spazio per la circolazione dei veicoli a motore. E fin qui, ci siamo. Per il ciclista che percorre la strada nella stessa direzione dei veicoli a motore, i vantaggi derivano dalla velocità ridotta imposta all’interno delle “Zone 30”. Più si riduce la velocità e più si riduce la possibilità e la gravità di un incidente. In molti paesi europei in questi ambiti è vietato il sorpasso del ciclista, che può percorrere la strada senza mantenere il margine destro: la precedenza è sempre di ciclisti e pedoni. D’accordo.


Questione di prospettiva


Ma adesso viene la parte più calda. Secondo il sito, per il ciclista che percorre la strada in direzione opposta, ai vantaggi della velocità ridotta se ne aggiungono altri significativi ai fini della sicurezza. C’è maggiore visibilità reciproca tra ciclista e automobilista: ci si vede arrivare reciprocamente, ci si può guardare negli occhi e quindi anche nelle strade più strette è più facile “darsi il passo”. C’è, questa l’opinione del sito, maggior sicurezza in caso di apertura della portiera da parte dell’automobilista: anche in questo caso è evidente la maggior visibilità reciproca (l’automobilista o il passeggero non dovranno in questo caso guardare nello specchietto retrovisore) e nel caso si verifichi comunque l’impatto, esso non avverrà con lo spigolo della portiera, la parte più pericolosa. Sarà proprio così? A dire il vero, non ci sono studi scientifici incontrovertibili a dimostrarlo: come dire che la polemica è destinata a continuare a lungo...

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