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Bollo moto e scooter: e se la riforma fosse una legnata?

Si parla addirittura di un +12%: maggiore la potenza del mezzo, superiore il rincaro del bollo

Moto - News: Bollo moto e scooter: e se la riforma fosse una legnata?

Monta la polemica sulla riforma automobilistica di Matteo Renzi. In particolare, a far scalpore sono le voci riguardanti un possibile aumento della tassa di circolazione sui veicoli, un balzello che va alle Regioni: addirittura, quello che più comunemente è noto come bollo schizzerebbe sino a un massimo di +12%. Si andrebbe cioè a scaglioni: maggiore la potenza del mezzo, superiore il rincaro del bollo. E che cosa avrebbero in cambio i cittadini? L’abolizione del superbollo, la sovrattassa sulle auto potenti, che però riguarda solo le macchine.


E quindi, alla fine, i veri sconfitti sarebbero i motociclisti. Non solo: nella stessa riforma automobilistica, Renzi pare voglia eliminare l’Imposta provinciale di trascrizione, la famigerata IPT. Ma attenzione: questa tassa sparisce solo perché le Province sono destinate a morire presto. E dove andranno i soldi che prima erano le Province a incassare? Semplice: alle Regioni. Con il nuovo balzello dal nome (che inquieta un po’, a dire il vero, richiamando un passato del nostro Paese non felicissimo) IRI. Così, le Regioni farebbero il pienone: bollo a +12%, IRI, e magari anche la tassa che paghiamo alle Province quando versiamo la Rca. Ancora più confusa la faccenda del Pubblico Registro Automobilistico, gestito dall’Aci.


Pareva dovesse scomparire ad aprile con il decreto spending review, e poi a metà giugno con il disegno legge semplificazione: ora si parla di un altro decreto imminente. Non si può certo dire che, almeno per quanto riguarda le materie che concernono auto e moto, Renzi sia partito in modo brillante: troppa confusione, con bozze di disegno legge che vengono rimaneggiate d’improvviso sotto la spinta di lobby trasversali. Troppo presto per un sospiro di sollievo, come ormai troppo spesso accade...

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