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Nuovo Codice della Strada: più garanzie a chi va in moto

Col Governo Renzi, in arrivo regole a tutela dei centauri

Moto - News: Nuovo Codice della Strada: più garanzie a chi va in moto

Governo Renzi al lavoro per riscrivere un Codice della Strada lunghissimo, pieno di articoli soggetti a mille interpretazioni, e soprattutto con norme che non tutelano abbastanza chi va in moto. I centauri, quelli che da sempre OmniMoto.it definisce utenti deboli della strada. Una nostra esagerazione giornalistica per catturare lettori? Parrebbe di no. Sentite infatti che cosa dice il testo unico all’esame del Governo: si parla di revisione e rafforzamento delle misure finalizzate allo sviluppo della mobilità sostenibile e al miglioramento della sicurezza stradale, con particolare riferimento all'utenza vulnerabile. E qual è l’utenza vulnerabile? Anche le moto, secondo quel testo: si parla di due ruote, anche motorizzate.

Il testo unico mira a misure di tutela dell'utenza vulnerabile, soprattutto nelle aree urbane, con prescrizioni comportamentali, regole di progettazione stradale e riduzione dei limiti di velocità. Punta all’obbligo di revisione da parte degli enti proprietari dei limiti di velocità delle strade extraurbane, finalizzati alle esigenze di sicurezza della circolazione. Più chiaramente, fa riferimento alla promozione della sicurezza della circolazione di biciclette, ciclomotori e motoveicoli.

E ancora: si parla di incentivazione della sicurezza dell'utenza vulnerabile attraverso la convivenza delle funzioni residenziali e commerciali con quelle di mobilità anche con riferimento ai concetti, introdotti in altri Paesi europei, di "spazio condiviso", "zona d’incontro" e "principio di prudenza". Non ultimo, ecco l’individuazione di criteri e modalità per l’identificazione delle biciclette, attraverso l'apposizione facoltativa di apposito numero di telaio e annotazione dello stesso nel sistema informativo del ministero dei Trasporti, principi che dovranno essere tradotti più concretamente, in regole chiare.

Ma il Paese non può aspettare, anche pressato dall’Unione europea: abbiamo già fallito l’obiettivo di dimezzare i morti sulle strade in dieci anni dal 2001 al 2010. Non c’è più tempo da perdere, specie in riferimento alle moto, mezzo sempre più prezioso per muoversi in Italia.

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