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Google Car: ecco come cambierà la mobilità

Big G lancia la sperimentazione di 100 auto senza pilota: una rivoluzione con tecnologia "buona" anche per le moto?

Moto - News: Google Car: ecco come cambierà la mobilità

Che gli americani siano "avanti" è cosa nota, ma quando si parla di "Google" e mobilità, la questione si fa tecnologicamente caldissima. Si perchè, se in passato le "auto senza guidatore" fecero notizia e scalpore ma, di fatto, con un seguito modesto in quanto a messa in pratica, quando si tratta di "Big Google" il discorso cambia visto che presto si andrà molto nel concreto. Qui si parla di mobilità non di moto e auto, ma di cambiare le abitudini di muoversi e, di conseguenza, intaccare anche quelle di chi, appunto, ha sempre usato la propria moto e la proprio auto per spostarsi. Già con Uber Google sta già alterando qualche "equilibrio" nei trasporti urbani, ma con la Google Car si tratterebbe davvero di compiere un guizzo nel futuro non da poco...

100 AUTO SPERIMENTALI

In Google non perdono tempo, mai: si parte infatti da subito col progetto "Google self-driving project" che prevede l’assemblaggio di 100 veicoli ognuno diverso dall'altro, per esplorare tutte le possibili potenzialità. Il "guidatore" (qui le virgolette sono d'obbligo) si dovrà accomodare in auto e dettare la destinazione, come mostrato nel Video. In maniera forse lievemente diversa rispetto all'Italia, in molti Stati degli USA le normative si sono già adeguate alla new-entry-car: molte città americane si sono attivate per autorizzare la circolazione di auto senza pilota con alcune restrizioni. Per motivi di sicurezza, ad esempio, la Google car potrà viaggiare ad un massimo di 40 km/h, uno sbarramento che sarà aumentato alla fine della fase di sperimentazione. Saranno inoltre previsti alcuni veicoli dotati di volante e pedali di emergenza, della serie, "non si sà mai".

TECNOLOGIE CONDIVISE?
Pronti via: già nel 2016 in California le prime Google car circoleranno liberamente su strade aperte al traffico e saranno guidate da automobilisti "veri". Ma la cosa che più solletica l'universo della mobilità è che Google si è detto disponibile a trattare per la condivisione e l'accesso alle sue tecnologie. La "killer application" nelle mani di Mountain View, infatti, potrebbero essere i sensori nonché il software della Google car, capaci di rilevare e gestire in modo particolarmente efficace (ed affidabile) punti ciechi, ostacoli improvvisi e oggetti fino a una distanza di 200 metri in tutte le direzioni. Che poi sono le stesse prerogative delle sperimentazioni di guida autonoma a cui stanno lavorando alcune case automobilistiche. E chissà se ci potranno essere anche passi in avanti utilizzabili da chi invece continuerà a preferire la moto: sugli investimenti sulla sicurezza, come per esempio ci insegna BMW col suo "assistente di svolta", non ci si deve mai fermare.

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