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La Valle dell’Aniene e i Monti Simbruini con la Ducati Hyperstrada

Un bel tour tutto curve da fare in giornata con partenza da Roma in compagnia della sorprendente Ducati Hyperstrada

Moto - News: La Valle dell’Aniene e i Monti Simbruini con la Ducati Hyperstrada

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Ci sono quelle giornate in cui vuoi fare solo incetta di curve, assando più tempo possibile con le gomme al massimo della piega e ridurre i rettilinei al minimo indispensabile per raggiungere le curve.
Ecco, questa è l’idea che ci ha spinto a realizzare questo tour tutto curve a cavallo tra Lazio e Abruzzo, in sella alla Ducati Hyperstrada, costola turistica delle agguerrite Hypermotard.
Proprio per massimizzare il piacere di guida ed accorciare i noiosi trasferimenti abbiamo immaginato di tagliar corto e uscire dalla città nel modo più veloce possibile, sfruttando l’arteria della A24 Roma – L’Aquila, che ha l’innegabile vantaggio di permetterci di raggiungere velocemente le montagne anche se a caro prezzo, visto che è una delle autostrade più care d’Italia

IL TOUR: LA VALLE DELL’ANIENE E I MONTI SIMBRUINI
Partenza fissata di buon mattino per evitare il traffico, pieno di benzina fatto e manubrio puntato in direzione L’Aquila sulla A24. Una quarantina di chilometri dopo imboccate l’uscita di Vicovaro-Mandela e prendete a sinistra in direzione di Roviano/Arsoli/Subiaco. Vi consigliamo di uscire qui per due motivi: fate meno autostrada, e poi avete la possibilità di fare una deviazione salendo a Roviano. La strada per raggiungere il borgo è una sequenza di una decina di tornanti ben raccordati ed è un buon posto per iniziare a scaldarsi un po’ prima di fare colezione al bar della piazza. Roviano è un paesino che non raggiunge i 1.500 abitanti, ma vanta una storia antichissima che affonda le sue radici alla civiltà degli Equi, il popolo che per circa duecento anni (V-IV secolo a.C.) impedì agli antichi Romani di espandersi nella valle dell’Aniene e che, insieme ai Volsci, mise in grave pericolo, più di una volta, le sorti di Roma.

Dopo una bella colazione ridiscendete i tornanti di Roviano e proseguite a sinistra sulla Tiburtina, per lasciarla poco dopo girando a destra in direzione Subiaco imboccando la Strada Statale 411 Sublacense. La strada prosegue con curvoni molto ampi che suggerirebbero un passo svelto fino a Subiaco, ma attenzione: questo tratto di strada è disseminato di Autovelox quindi cercate di rispettare i limiti. A Subiaco vale la pena fermarsi per una visita al borgo medievale salendo fino alla rocca abbaziale o visitando il famoso Monastero di San Benedetto (o del Sacro Speco) costruito sulla curvatura di una parete di roccia e sorretto da nove arcate ogivali.

Lasciato Subiaco alle vostre spalle, avete due possibilità: o proseguite lungo la Sublacense per raggiungere gli Altipiani di Arcinazzo o prendere la SP 45a, una stretta stradina secondaria molto tortuosa che sale fino a Jenne, per poi ricongiungersi con l’itinerario previsto in località Trevi. Noi abbiamo preferito proseguire fino agli Altipiani di Arcinazzo, perché la strada è più ampia, anche se forse il panorama è meno avvincente. Superati gli Altipiani voltate a sinistra quando incontrate le indicazioni per Trevi nel Lazio e Filettino. Superato Trevi la strada entra in una vallata incantevole per poi risalire a Filettino a quota 1.075 metri sul livello del mare. Anche Filettino è conosciuto per essere stato territorio degli Equi, ma è più famoso per essere il paese dove nasce il Fiume Aniene che poi scende per 99 chilometri fino a Roma dove si getta nel Tevere.

Superato Filettino la strada continua a salire fino agli impianti sciistici di Campo Staffi attorno a quota 1.750 metri. Raggiunta la vetta proseguite in discesa in direzione dell’abitato di Capistrello. Se avete in programma di fare questo tour in inverno sinceratevi prima che la strada sia percorribile, perché le indicazioni stradali danno il passo aperto anche in caso di neve, ma sfortunatamente il versante che scende a Capistrello non viene battuto dagli spalaneve, e potrebbe succedervi come è capitato a noi di scoprirlo quando ormai è troppo tardi, costringendovi a fare 5 km sulla neve con la Hyperstrada…

Poco male, andatura a passo d’uomo, piedi pronti a contrastare le perdite di aderenza e tanta cautela fino alla fine del tratto innevato. Superate le difficoltà la strada scende a Capistrello con tanti bei tornanti, ma purtroppo non essendo molto utilizzata è in pessime condizioni di manutenzione. Raggiunto l’abitato di Capistrello vi consigliamo di girare ancora a sinistra in direzione Castellafiume – Tagliacozzo. Così facendo raggiungerete Tagliacozzo su una bellissima strada secondaria tutta curve dove il traffico è bassissimo e il ritmo può concedersi qualche libertà.
Raggiunto Tagliacozzo il nostro Tour prosegue con una ulteriore svolta a sinistra che ci riporta sulla Tiburtina, su uno dei tratti più belli della famosa consolare romana. Qui il tracciato della Tiburtina si fa ricchissimo di curvoni ampi ed ha un asfalto perfetto, e solo i limiti di velocità imposti suggeriscono di non affrontarlo in stile MotoGP, ma percorrendo quelle curve fantastiche viene da domandarsi come sarebbe se questa strada venisse chiusa per un uso più sportivo… Ancora 15 chilometri e raggiungiamo il casello della A24 di Tagliacozzo, dove facciamo rotta in direzione di Roma per rientrare in ufficio dopo 250 chilometri esatti.

HYPERSTRADA: MR. HYDE A DUE RUOTE
Dobbiamo dire che nei primi metri la Hyperstrada non ci aveva granché affascinato: in città la frizione è poco modulabile, la conformazione della sella tende a spingere il bacino in avanti e ai regimi più bassi il bicilindrico 821 cc Ducati è poco amichevole. Dopo pochi chilometri, però, la piccola Ducati ha iniziato a mostrare i suoi pregi: in autostrada la protezione aerodinamica non è niente male e il motore consente medie autostradali alte senza sforzi e con consumi limitati. Il bello, però è saltato fuori tra le curve, dove la Hyperstrada ha mostrato di non rinnegare una sola elica del suo DNA Ducati, con una maneggevolezza elevatissima e una taratura delle sospensioni che è nata per viaggiare ma permette di prendere dei ritmi davvero inaspettati tra le curve.

La vecchia tendenza a chiudere dell’avantreno delle vecchie Hypermotard è solo un lontano ricordo, e la Hyperstrada sfoggia in piega quella solidità che è tipica di una Ducati. La posizione di guida permette di dominare bene l’asfalto e di guidare sportivamente per lunghi tratti senza stancarsi: ecco, al termine di un giro di 250 chilometri, con centinaia di curve, probabilmente è emerso proprio il pregio più grande di questa moto: ci vai forte se ne hai voglia, ci fai turismo se ne hai voglia, e in ogni caso a fine giornata ti sentirai fresco e pronto a ripartire per altri 250 chilometri di curve.
Occhio alla neve però!

Se volete replicare il nostro itinerario, potete seguire la traccia di Google Maps.

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